Dopo oltre cinque ore di Camera di Consiglio i giudici della Corte d’Assise d’appello di Torino hanno confermato in toto la sentenza di primo grado dettata ad Asti dal giudice Amerio
Nessun sconto di pena e tanto meno assoluzione per Michele Buoninconti. Dopo oltre cinque ore di Camera di Consiglio i giudici della Corte d’Assise d’appello di Torino hanno confermato in toto la sentenza di primo grado dettata ad Asti dal giudice Amerio.
Trent’anni di carcere, senza attenuanti generiche né la riduzione per la mancata premeditazione chiesta dalla difesa.
Anzi, i giudici popolari e togati hanno anche rincarato la dose accogliendo la richiesta delle parti civili rappresentate da genitori, figli e sorella di Elena disponendo il sequestro conservativo dei conti correnti di Michele e della sua parte dell’abitazione di Motta, intestata ad Elena ed ereditata dall’uomo insieme ai figli. Motivazioni fra 90 giorni.
d.p.