Quando il loro “angelo custode”, Ludovica Galeazzi, gridava che il trasloco del “pecoro Artù” e del suo piccolo gregge dal prato con ovile di Palucco ad altra sede li avrebbe uccisi, in pochi ci credevano. Invece la sua premonizione si sta tristemente avverando.
Nella notte fra domenica e lunedì il “pecoro dei selfie” come veniva indicato da bambini e famiglie che lo avevano conosciuto nella sua antecedente “casa” di Valmanera, se ne è andato. Fra le braccia di Ludovica, nel nuovo ovile del Richard Ranch che lo aveva accolto e amato. Ma per una pecora di 10 anni anche il minimo cambio di vita ha bisogno di anni di assestamento. E Artù non ce l’ha fatta. Qualche settimana prima, a pochi giorni dal trasferimento, se n’era già andato anche Lancillotto e poco per volta tutti i “cavalieri della tavola rotonda” sembrano a grave rischio.
Come noto, Artù e il suo gregge era stato al centro di una combattuta battaglia giudiziaria terminata con il loro sfratto e il rischio di trasferimento direttamente ad un macello. Grazie al Richard Ranch il peggio è stato scongiurato, ma ugualmente il cuore di Artù e Lancillotto non hanno retto al cambio.
Tribunale di Asti
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