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Cronaca
Emergenza cinghiali

Asti, cinghiali senza controllo in zona Cev: la Coldiretti scrive al Prefetto e al presidente della Provincia

Si moltiplicano le segnalazioni degli agricoltori e le preoccupazioni in vista delle semine. Le proposte elaborate da Coldiretti.

Da tempo abbiamo dato voce alle segnalazioni che arrivano, sempre più preoccupate, dai cacciatori e da privati cittadini preoccupati per la proliferazione di cinghiali nella cosiddetta zona Cev (controllo di espansione virale) istituita dal Commissario per la Peste Suina. Una zona disegnata a fascia, 10 km a nord e sud delle due arterie principali di traffico che tagliano la nostra provincia: l’autostrada Torino-Piacenza e quella Asti-Alba. A conti fatti, oltre il 30% del territorio provinciale con i seguenti comuni compresi: Antignano, Asti, Azzano, Belveglio, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Castello d’Annone, Celle Enomondo, Cerro Tanaro, Cortiglione, Costigliole, Incisa Scapaccino, Isola, Mombercelli, Mongardino, Montaldo Scarampi, Montegrosso, Montemagno Monferrato, Portacomaro, Refrancore, Revigliasco d’Asti, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro, San artino Alfieri, Scurzolengo, Viarigi e Vigliano. In tutti questi Comuni, dagli inizi di ottobre, non si possono abbattere cinghiali e le nidiate si sono moltiplicate.

Ora anche la Coldiretti si occupa di questa situazione, anche a seguito di numerose segnalazioni dei suoi iscritti e scrive al Presidente della Provincia Maurizio Rasero e al Prefetto Claudio Ventrice oltre che, per conoscenza, all’assessore regionale alla peste suina Paolo Bongioanni, all’assessore regionale alla sicurezza sanitaria Federico Riboldi e ai sindaci interessanti nell’area CEV (Controllo Espansione Virale).

Queste le principali criticità evidenziate: danni ingenti alle coltivazioni e il concreto rischio di compromettere le semine primaverili; aumento degli incidenti stradali, con inconfutabile pericolosità per la sicurezza pubblica; rischio di revoca da parte dell’Asl della cella di stoccaggio di San Marzanotto per i capi abbattuti, a causa della mancata operatività causata dalle restrizioni sugli abbattimenti.

«Le restrizioni imposte nell’area di abbattimento hanno di fatto impedito interventi di contenimento adeguati» spiega la presidente Coldiretti Asti Monica Monticone.

«In particolare, dopo l’iniziale e totale blocco di circa tre mesi, gli unici abbattimenti attualmente consentiti sono quelli effettuati dagli OFS (Operatori Faunistici Specializzati) autorizzati e residenti nei Comuni della zona di restrizione, il cui risultato è oggettivamente insufficiente per fronteggiare l’aumento esponenziale della popolazione di cinghiali».

 

Queste, le proposte riassunte dal direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso, rispetto alle quali, da parte di Provincia e Prefettura, c’è stata pronta apertura sul tavolo di lavoro: estensione della possibilità di intervento a tutti gli OFS abilitati e autorizzati, affinchè possano operare a supporto delle aziende agricole nella gestione degli ungulati in questione; autorizzazione agli interventi di contenimento, anche, nei territori del parco naturale rientranti nell’Area CEV, superando così l’attuale divieto imposto dal competente ente di gestione; apertura immediata di un tavolo di lavoro provinciale per definire, una volta per tutte, soluzioni efficaci, strutturate e rapportate all’emergenza.

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