Quella di Georgiev Gorancho
Pm e avvocati sono concordi nel dire che un caso come quello sollevato dal tribunale di Asti in merito alla morte di Georgiev Gorancho non era mai capitato prima nella storia giudiziaria italiana.
E questo sta mettendo alla prova l’interpretazione del codice di procedura penale per trovare una soluzione costituzionalmente corretta.
Il caso è quello che ha riguardato il decesso di Gorancho.
I fatti
L’uomo, e un amico di famiglia, nel giorno di Pasquetta del 2016 aveva discusso animatamente con i vicini di casa, i fratelli Betea per questioni legate alla musica troppo alta tenuta durante il pranzo in giardino.
Ne era nata prima una lite e poi una violenta rissa in cui ad avere la peggio furono proprio Gorancho e il suo amico.
In particolare il primo, 40 anni, sposato e padre di tre figli ancora in tenera età, era stato soccorso in fin di vita a causa di un colpo violentissimo al capo, forse sferrato con una spranga di ferro.
In stato vegetativo per quattro anni
L’uomo, da allora, non riprese mai conoscenza e iniziò un lungo calvario caratterizzato da una “non vita”.
Per quattro anni, infatti, è stato ricoverato in stato vegetativo senza alcun segnale di ripresa.
Nel frattempo la giustizia ha lavorato ed è andata avanti per arrivare all’accertamento delle responsabilità in tale vicenda.
Condanna per tentato omicidio
In un primo tempo sono stati indagati tutti e tre i fratelli Betea che, in primo grado al tribunale di Asti, nel corso di un processo in rito abbreviato, hanno avuto sentenze differenti: Adrian e Valentin condannati a 8 anni e il terzo fratello, Alin, assolto per il tentato omicidio e condannato solo ad 1 anno per la rissa.
Dovevano rispondere di tentato omicidio di Gorancho e di lesioni gravissime per l’amico.
La morte della vittima prima dell’Appello
I loro difensori hanno fatto ricorso in Appello, ma prima che l’udienza venisse fissata (complice anche il forte rallentamento dovuto all’emergenza Covid) a gennaio di quest’anno Gorancho è deceduto. A seguito della sua morte la Procura di Asti ha aperto un altro fascicolo, questa volta con l’imputazione di omicidio, a carico dei due fratelli già condannati in primo grado.
I fratelli, da luglio, sono in carcere e nei prossimi giorni si terrà in Cassazione l’udienza per decidere sulla loro libertà in attesa del nuovo processo.
Ora due processi per gli stessi fatti
Ma ad oggi risultano così due processi in piedi per le stesse identiche circostanze: il primo per tentato omicidio fermo in Appello e il secondo per omicidio fermo ad Asti in attesa delle decisioni della corte di secondo grado.
A complicare ulteriormente le cose la decisione dei due fratelli condannati di cambiare il pool difensivo: per l’Appello risultano ancora incaricati gli avvocati Mirate e Pescarmona mentre nella nuova imputazione Abate Zaro e Saraniti.
Sul fronte della parte civile a seguire tutta la vicenda gli avvocati Bona di Asti e il collega Alfano.
Attesa per l’udienza del 3 novembre
La Corte d’Appello di Torino aveva fissato una prima udienza il 21 ottobre salvo poi rifissarla al 3 novembre, probabilmente per avere più tempo per studiare il caso.
Mentre il capo di imputazione che attiene al tentato omicidio di Gorancho non ha più senso di esistere ma non può neppure essere modificato dall’Appello, rimane ancora valido invece quello riguardante le lesioni gravissime dell’amico.
Sarà disposto uno stralcio? L’annullamento della sentenza di primo grado andrebbe infatti a nuocere il pronunciamento sul reato riferito all’amico, anche se non si è costituito parte civile.
Qualunque sarà la decisione dei giudici torinesi, questo caso è destinato a fare giurisprudenza.
Daniela Peira