Nel marzo dell’anno scorso, in pieno lockdown, tra le migliaia di telefonate con richieste di aiuto o assistenza che giungevano al 112 NUE, sono arrivate al centralino del servizio di soccorso anche tantissime chiamate da parte di persone, che con vari nomi di fantasia segnalavano di volta in volta malori, chiedevano l’intervento di ambulanze, avvisavano di risse, liti, accoltellamenti, incendi dolosi, esplosioni di colpi di arma da fuoco oppure segnalavano la presenza di persone che non osservavano le prescrizioni anticovid. Ma quando gli operatori delle forze dell’ordine giungevano sul posto, nulla di quanto segnalato veniva riscontrato.
«L’utenza telefonica dalle quali pervenivano queste segnalazioni di fantasia risultava essere un cellulare privo di sim card e in tal modo utilizzabile solo per le chiamate di emergenza – spiega la Questura di Asti – L’attività investigativa da parte della Polizia di Stato è stata incentrata sull’analisi di migliaia e migliaia di tabulati telefonici, finché gli investigatori della Squadra Mobile sono riusciti ad isolare il codice IMEI dell’utenza cellulare. Grazie a questo primo riscontro, sono state svolte ulteriori attività investigative, che permettevano di risalire ad una sim card utilizzata anni prima da due persone, padre e figlio, dimoranti in Asti».
Nei giorni scorsi, gli agenti della Squadra Mobile di Asti hanno perquisito le abitazioni di entrambi, rinvenendo l’utenza cellulare dalla quale erano partite le telefonate. I due sono così stati indagati per i reati di sostituzione di persona e procurato allarme.
Marta Martiner T.