Emergono nuovi dettagli sull’operazione “Sonacai” che stamattina ha portato i carabinieri della Compagnia di Imperia ad arestare 11 persone, delle quali numerose astigiane.
Questa ultima indagine, battezzata con il nome che in gergo sinto indica l’oro, affonda in altre due precedenti, sempre condotte dai carabinieri di Imperia, su una serie di furti e truffe prevalentemente ai danni di anziani della Riviera ma anche di altre località del nord Italia.
Seguendo la pista della refurtiva, gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore dei Asti dottor Lucignani, hanno raccolto importanti indizi e prove sull’utilizzo di questi ingenti bottini. E la destinazione era quella del mondo sommerso dell’usura.
Gioielli e preziosi in oro venivano fatti fondere in lamine, le pietre preziose e gli orologi venduti ai ricettatori e tutto quanto ricavato sera la “capitalizzazione” del bottino; il ricavato di queste vendite insieme ai contanti rubati nei vari colpi, veniva utilizzato per fare prestiti a tassi usurai. Un circuito finanziario perfetto in cui i malviventi non investivano nemmeno il “capitale” iniziale del prestito.
Prestiti che venivano fatti soprattutto a piccoli artigiani e commercianti particolarmente piegati dalla crisi da Covid.
I carabinieri hanno tracciato almeno dieci prestiti a tasso usurario nei confronti di muratori, idraulici, un marmista, un titolare di salone di auto usate e addirittura di un gioielliere.
Le cifre prestate non sono alte ma altissime sono quelle restituite: 10 mila a fronte di mille euro iniziali, 20 mila a fronte di 2 mila.