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Cronaca
Covid e giustizia

Asti, il medico arrestato per i green pass falsi era già in pensione

Riceveva via telefono gli “ordini” per i tamponi negativi che non venivano mai fatti

Filtra qualche informazione in più sull’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Asti su coordinamento del pm Lucignani denominata “Black Pass” che stamattina ha portato a due misure di custodia cautelari nei confronti di un medico e di una farmacista astigiani.

L’ambito di indagine è quello dei green pass base falsi.

Un’indagine che si colloca fra ottobre e novembre dello scorso anno quando chi aveva scelto di non vaccinarsi doveva presentare il green pass base con l’esito di tampone negativo per svariate attività, lavoro compreso.

Il medico oggi agli arresti domiciliari, è un dottore già in pensione al quale sono addebitati due profili di accuse.

Da una parte quella di “falso materiale” perchè ha certificato un migliaio di tamponi negativi accedendo alla piattaforma nazionale Covid con i pin-code di due colleghi in attività che in buona fede glielo avevano fornito. Lui, essendo in pensione, non aveva più accesso alla piattaforma ma per continuare a fare certificati a 10 euro l’uno ha usato le credenziali altrui. In questo caso, però, per quanto noto a questo momento, i certificati corrispondevano a tamponi realmente eseguiti.

Diverso e dal punto di vista sanitario più grave il secondo profilo contestato. Qui si parla di poco meno di 500 green pass base che invece non corrispondevano ad alcun tampone effettuato. I pazienti che ne avevano bisogno ne facevano richiesta via telefono e senza neppure presentarsi il giorno dopo potevano scaricare il loro “esito negativo” senza aver fatto il tampone. Anche in questo caso il medico viene accusato di aver utilizzato indebitamente le credenziali dei colleghi. Ed è in questo secondo ordine di accuse che si inserisce la responsabilità della farmacista al quale il medico indirizzava i pazienti che, per vari motivi, non potevano scaricarsi da soli il certificato con l’app telefonica ma avevano bisogno del cartaceo. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, la farmacista era a conoscenza della non validità di quanto stampava per i pazienti di quel medico in pensione.

Per lei il Gip ha disposto il divieto di esercizio della professione.

Il medico, invece, si è cancellato dall’Ordine nel momento in cui ha capito di essere sotto indagine.

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