Questa mattina la Corte d’Appello di Torino ha aggiunto un altro tassello all’incredibile storia di Giuseppina, l’anziana di Castagnole Lanze, vedova, che ha denunciato i suoi quasi 10 anni di vita con una badante, Anca Egorov, imputata di circonvenzione di incapace.
Giuseppina, per chi non si ricordasse più la vicenda, è l’anziana che la badante aveva portato a vivere in Romania per otto anni: il primo anno visse in una casa di riposo abusiva in condizioni al limite e gli altri sette a casa della madre della Egorov. Quest’ultima, invece, era rimasta a vivere a Castagnole Lanze nella casa di Giuseppina che condivideva con alcuni connazionali.
Già condannata in primo grado, dal tribunale di Asti a 5 anni e mezzo, la Corte d’Appello di Torino cui la donna si era rivolta difesa dall’avvocato Perga, ha confermato la sua responsabilità abbassando però la condanna a 4 anni e 3 mesi.
Anca era presente in aula, stamattina, quando il suo difensore aveva chiesto ai giudici di rinnovare la perizia con la quale si stabiliva la capacità della parte offesa, Giuseppina, a testimoniare. Richiesta che non è stata accolta con i giudici che, dopo venti minuti di camera di consiglio, sono usciti con la sentenza di parziale riforma della condanna di primo grado.
In aula presente anche l’avvocato Pierpaolo Berardi che ha rappresentato l’anziana, costituitasi parte civile.
Confermati gli arresti domiciliari per la Egorov e le statuizioni civili già disposte dal tribunale di Asti: provvisionale immediatamente eseguibile di 300 mila euro che, all’incirca, è l’ammontare dei risparmi della donna alla morte del marito e al subentro di Anca Egorov nella gestione della sua vita.