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Cronaca

Atc, spuntano cause civili
contro Pierino Santoro

Annunciata nell'assemblea cittadina di mercoledì scorso, è stata confermata la fiaccolata di protesta alla vigilia dell'udienza di patteggiamento dell'ex direttore dell'Atc Pierino

Annunciata nell'assemblea cittadina di mercoledì scorso, è stata confermata la fiaccolata di protesta alla vigilia dell'udienza di patteggiamento dell'ex direttore dell'Atc Pierino Santoro accusato di essersi intascato circa 10 milioni di euro in altrettanti anni di dirigenza dell'ente che gestisce le case popolari di Asti e provincia.

L'invito di cittadini, associazioni e movimenti è rivolto a chi abbia indignazione da manifestare nei confronti di chi ha sottratto denaro pubblico dalle casse dell'Atc e di chi intende chiedere con forza il rigetto della proposta di patteggiamento a favore della celebrazione di un pubblico dibattimento che accerti eventuali responsabilità e complicità politiche ed amministrative. Un processo pubblico, inoltre, consentirebbe la costituzione di parte civile di chi, da questa brutta storia tutta astigiana, ha subito danni; cosa non ammessa dal codice civile per la scelta del patteggiamento.

L'appuntamento è alle 18 di oggi, mercoledì, davanti all'Atc, in corso Alfieri. Il corteo delle fiaccole si snoderà poi lungo il corso fino a via Gobetti, piazza San Secondo, piazza Statuto, via Cavour, via XX Settembre per proseguire fin davanti al tribunale. Davanti allo stesso tribunale, giovedì mattina, dalle 9 in avanti ci sarà un presidio durante l'udienza davanti al gip Giannone. Il giudice dovrà accettare o respingere la proposta di pena di 4 anni concordata a luglio dai pm inquirenti e dal difensore di Santoro, l'avvocato Aldo Mirate. Una pena che, sostengono gli altri avvocati che hanno tentato di entrare nel processo per conto delle parti civili che rappresentavano, può mettere l'ex direttore al riparo dal rischio della carcerazione.

Mentre proprio ieri è partito un altro fronte contro Santoro: nove inquilini dell'Atc, attraverso l'avvocato Andrea Furlanetto, hanno presentato un'istanza civile di risarcimento. Sono circa 50 mila gli euro che ognuno di questi inquilini chiede all'ex direttore come ritorno di quanto pagato in più negli anni sia come acqua, che come gas e spese condominiali a cui aggiungere i lavori di manutenzione mai eseguiti nei palazzi con la scusa del "non ci sono abbastanza soldi in cassa" e i danni morali derivanti dall'aver scoperto che una parte di quanto pagato con sacrificio in affitto e spese è stato sottratto per dieci anni dall'ex direttore per le sue spese personali.

Un'interpretazione già fatta dall'ex assessore Pierfranco Verrua nel suo intervento all'assemblea cittadina che ha sostenuto come non si debba dare per scontato che l'unica parte offesa sia l'Atc (e l'unica ammessa finora) perchè in realtà una larga parte di quegli ammanchi furono ripianati dai Comuni proprietari delle case popolari.

Daniela Peira

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