Dove i grandi produttori di macchinari “segaossa” per la macellazione hanno fallito, ce l’hanno fatta loro, un pool di tecnici e manutentori della Al.Pi. di Baldichieri, la grande azienda di macellazione di maiali della famiglia Pelissero.
Una soluzione artigianale, “fatta in casa” che funziona e che salva le dita dei loro dipendenti.
Tutto è partito da un processo in tribunale per l’infortunio di un dipendente; per fortuna non gravissimo, ma non per questo meno degno di attenzione da parte di chi deve occuparsi di sicurezza in azienda. Il dipendente si era fatto male alle mani proprio alla “segaossa”, quella che consente di sezionare gli animali macellati per dividerli nei vari tagli. Macchinari che hanno dei sistemi di sicurezza che però sono stati studiati per la piccola macelleria, non per pezzi grossi come i busti di maiale lavorati in Al.Pi.
In effetti i maggiori costruttori europei di queste macchine tempo fa si erano associati per dare maggiori risposte di sicurezza ma dopo qualche mese avevano gettato la spugna.
«Noi avevamo necessità di aumentare la sicurezza a queste postazioni – dice Massimiliano Messeri, responsabile sicurezza e personale – E così abbiamo cominciato a provare diverse soluzioni. Dai tradizionali “spingitori” siamo passati all’utilizzo di guanti con polvere magnetica che venisse registrata da una calamita sul macchinario per bloccare il movimento e abbiamo provato anche con guanti contenenti dei filamenti di acciaio per attivare un lettore magnetico che fermava la macchina in caso di presenza della mano in zona a rischio, ma i risultati non ci convincevano».
La maggior parte dei sistemi di “blocco” di macchinari di questo genere, sono basati sulla lettura ottica della densità di ciò che compare nell’area di taglio; ad esempio, per le seghe che tagliano il legno, si tarano i dati di allarme sulla densità media della carne umana, in modo da stoppare la macchina ogni qualvolta un dito del falegname arriva in zona a rischio e ne viene letta la presenza. Ma questo non è possibile con un’attività di macellazione di maiali, animali che hanno la carne con la stessa densità di quella umana e dunque per il lettore non è possibile distinguerla.
«Abbiamo pensato di studiare un sistema a colori – prosegue Messeri – e abbiamo cominciato a testare guanti di ogni tinta. Alla fine abbiamo trovato quella giusta: il verde. Tarando il lettore di allarme sul verde, ogni volta che riconosce questo colore nella zona di manovra a rischio, interrompe immediatamente il funzionamento della sega e attiva dei freni magnetici che portano ad un blocco pressochè immediato».
Dunque basta che un solo pixel di verde entri nella zona di lettura per mettere in sicurezza l’operatore che indossa i guanti.
«Questo sistema è stato sviluppato quasi interamente “in casa” con il grande contributo dei meccanici e dei manutentori interni con elettricisti del territorio che ci hanno aiutato a mettere a punto la parte di loro competenza. Ingegneri esterni hanno certificato tutto mentre il software di lettura dei guanti verdi arriva da una società giapponese. Abbiamo anche cambiato il motore dei due segaossa in uso nell’azienda per poter installare i freni magnetici più performanti».