Una famiglia che aveva trovato molto più redditizio vendere la cannabis “rinforzata” con marijuana e hashish piuttosto che limitarsi alla coltivazione e vendita di quella legale autorizzata.
Padre, figlio, cugina di quest’ultimo e un loro aiutante di origini marocchine sono stati arrestati nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza al termine di un’indagine partita a gennaio di quest’anno e finita pochi giorni fa.
Si tratta di Giuseppe De Luca, 57 anni, residente a Tonco, il figlio Manuel di 34 anni residente ad Asti, di sua cugina Jessica De Luca, 31 anni e del cittadino marocchino Ayoub Azzi di 31 anni residente ad Asti.
Nella stessa indagine compare anche Fabio Catizzone che però è già stato arrestato in flagranza ed è considerato il prestanome nell’intestazione di alloggi, automobili e attività commerciali che la famiglia De Luca non voleva fossero ricondotte a loro nel timore di una confisca. Catizzone, difeso dall’avvocato Lamatina, è già tornato in libertà.
I quattro sono accusati di produzione e spaccio di stupefacenti, in particolare di cannabis legale addizionata a marijuana e hashish che ne alzavano notevolmente la concentrazione di principio attivo.
I De Luca un’autorizzazione a coltivare la canapa light ce l’avevano, e lo facevano nell’azienda agricola di località Valleversa intestata alla ragazza che gestiva anche il punto vendita di cannabis light nei pressi della stazione ferroviaria.
Ma quella era poco più di un’attività di copertura secondo le indagini dei finanzieri di Asti coordinati dal sostituto procuratore Laura Deodato.
Infatti il gruppo aveva trovato un modo per far “rendere” molto di più la cannabis light coltivata in campo.
Quello che producevano, infatti, era solo ha base di partenza: ad essa venivano aggiunte quantità ovviamente non consentite di marijuana e hashish per ottenere un prodotto da spacciare sia nel punto vendita in città che all’ingrosso sulle piazze di Torino e Milano.
E nell’azienda agricola si erano attrezzati di tutto punto per realizzare i panetti da un etto l’uno da imbustare e trasportare su auto non intestate ai De Luca. Durante la perquisizione è stato trovato un torchio e svariato materiale per il confezionamento all’ingrosso.
Dagli accertamenti dei finanzieri emerge che questo “fumo rinforzato” fosse in vendita anche nel negozio al dettaglio, al distributore automatico, ma dietro un codice che solo i clienti “speciali” conoscevano, escludendo che altri clienti ignari potessero accedervi.
La vendita sulle piazze di Torino e Milano fruttava migliaia di euro. Almeno 150 mila euro in contanti sono stati sequestrati a casa di Manuel, che li aveva divisi in borse di plastica sistemate al fondo del letto, sotto i piedi.
I finanzieri hanno sequestrato panetti per 100 chili di stupefacente, per un valore stimato intorno al milione di euro.
Gli arrestati, per la loro difesa, si sono rivolti agli avvocati Furlanetto, Invernizzi e Calosso.
Dopo gli interrogatori, Jessica De Luca è già stata scarcerata mentre per il cugino Manuel rimane applicata la misura cautelare in carcere.

Daniela Peira