Nel mirino un’azienda della zona industriale
C’è anche un’azienda con sede nella zona industriale di Asti fra le vittime di una affiatata banda di ladri bulgari arrestati stamattina dai carabinieri del Comando Provinciale di Siena nell’ambito dell’Operazione Speed Team.
Il furto è molto recente, durante il periodo di lockdown perché è avvenuto nel marzo scorso. Il nome dell’azienda non è stato diffuso ma si sa che vi hanno rubato attrezzature, muletti e altri macchinari per un danno ingente.
Non sapevano, i bulgari, di essere già sotto osservazione dagli investigatori senesi che oggi hanno anche confidato come, negli stessi giorni del furto portato a segno, la stessa banda aveva eseguito numerosi sopralluoghi in altre aziende vicine senza però trovare le condizioni ottimali per compiere la razzia.
Nove arrestati e 2 anni di indagini
In tutto sono nove gli arrestati, tutti bulgari e tutti ritenuti responsabili di associazione a delinquere per furto e ricettazione.
Da quanto si apprende dai carabinieri di Siena, gli arresti arrivano dopo una complessa attività investigativa avviata a settembre del 2018 dopo una serie di furti avvenuti sul suo territorio.
Le indagini hanno portato a stringere il cerchio intorno ai nove soggetti che si sono rivelati una vera e propria banda criminale molto attiva nel centro nord dell’Italia; una quarantina i furti ricondotti a loro in svariate province fra le quali anche Asti.
La collaborazione con la Polizia bulgara
L’operazione ha visto la collaborazione della Polizia bulgara la quale, dal canto suo, ha individuato i canali di ricettazione dei beni asportati durante i furti in Italia.
“Pendolari” del furto
I ladri, infatti, erano dei “pendolari” del furto che arrivavano in Italia via mare dalla Grecia, dove imbarcavano i Tir e i camion con i quali risalivano la nostra penisola e che usavano per caricarvi sopra la refurtiva che, veniva immediatamente portata in Bulgaria per la ricettazione.
La banda era specializzata in furti di macchinari di ultima generazione soprattutto utilizzati nella lavorazione dell’ottone e di autoarticolati.
Sempre dalle indagini emerge che in due anni la banda ha venduto macchinari rubati per un valore di oltre un milione di euro.