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Cronaca
Polizia Penitenziaria

Carcere di Asti, altro agente aggredito da un boss calabrese

E’ accaduto questa mattina. Il detenuto da ieri si è rifiutato di rientrare in cella e ha dormito nel corridoio della sezione. Il poliziotto ha riportato lesioni. L’appello dell’Osapp al Prefetto di Asti

Un bollettino delle aggressioni in carcere ad Asti che hanno per vittime gli agenti penitenziari si allunga.

E’ di questa mattina la notizia di un boss calabrese detenuto al carcere di Alta Sicurezza di Quarto che si  scagliato contro un agente in servizio che è stato aiutato, per ironia della sorte, da altri detenuti intervenuti per bloccare l’aggressore.

Il detenuto era da ieri che dava problemi, essendosi rifiutato di rientrare in cella; aveva trascorso la notte in corridoio e questa mattina la sua rabbia è esplosa e si è scaricata sull’agente di turno che, medicato al Pronto Soccorso, ha riportato lesioni con 7 giorni di prognosi.

«Si tratta solo dell’ultimo, in ordine di tempo, episodio di violenza ai danni di personale di Polizia penitenziaria, che ormai subisce persino l’ira irriguardosa e non giustificata dei detenuti – afferma Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp – L’episodio, non isolato, si connota di ancor più gravità per il clima di violenza cui si assiste e, che compromette la sicurezza e la tutela del principio stesso di giustizia. Non possiamo che richiamare il rispetto di ciascuna figura operante all’interno del carcere e pretendere, arrivati a questo punto, che l’Amministrazione Penitenziaria periferica e centrale prenda formale consapevolezza di episodi che ormai rischiano di caratterizzare gli ambienti delle carceri italiane e, si adoperi con assoluta urgenza per la tutela di tutto il personale penitenziario. Lo stesso personale che si è sempre contraddistinto per la professionalità ed il senso assoluto del dovere e, che subisce episodi di violenza non più tollerabili e che rischiano di esasperare le condizioni di vivibilità e di lavoro. La sensazione è che l’Amministrazione Centrale non sia in grado di fornire supporto, sostegno e tutela dinanzi al compiersi e, ormai reiterarsi, di atti di violenza».
E poi, in particolare sulla Casa di Reclusione di Asti, Beneduci afferma: «La situazione di quel carcere, nonostante fosse stata segnalata più volte, è stata completamente non considerata dagli organi dell’amministrazione penitenziaria centrale e periferica. Avevamo anche sollevato il problema della grave carenza di personale, stimata in circa 70 unità di Polizia Penitenziaria, in un istituto che attualmente ospita circa 300 detenuti appartenenti al circuito “Alta Sicurezza” ma nulla è stato fatto considerato che avevamo anche richiesto finanche l’invio di almeno 50 unità di Polizia Penitenziaria in missione forfettaria, così come avvenuto per il carcere di Biella.

Il personale penitenziario di Asti è stanco ed è sottoposto ad uno stress psico-fisico che non ha precedenti. L’istituto sta diventando un problema serio per quanto riguarda la sicurezza interna; chiediamo quindi l’intervento del Prefetto, considerando il silenzio assordante riguardo ai gravi problemi della carcere astigiano».

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