C’è una categoria che in questi giorni non ha intenzione di abbassare la guardia sulle sue condizioni di lavoro: è quella degli agenti penitenziari in servizio al carcere di Asti che da tempo denunciato una situazione molto difficile.
A farsi portavoce del personale penitenziario i sindacati Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Fns Cisl, Cgil Fp e Fsa Cnpp: quasi l’unanimità delle sigle che anche negli ultimi mesi non hanno fatto mancare le loro denunce sui turni massacranti, sui carichi di lavoro mai registrati e con condizioni di stress psico-fisico che sta minando la salute d molti poliziotti.
«Ma di questa drammatica situazione sembra non interessare a nessuno, al punto che non otteniamo risposte né dall’amministrazione penitenziaria, né dalle istituzioni» scrivono, neppure a fronte di precise richieste di aiuto fatte mettere a verbale nel corso degli incontri con la direzione del carcere di Quarto.
Così tornano a metterci la faccia con l’annuncio di un sit-in e di un nuovo incontro con gli organi di informazione per dettagliare la loro esasperazione allargando l’invito a tutte le istituzioni, partiti e ai cittadini che vogliano conoscere più da vicino come lavorano i poliziotti penitenziari.
(In foto un sit-in di protesta del febbraio dello scorso anno)