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Cronaca

Tassa rifiuti, l'Asp perde il ricorso
Il giudice: l'Iva torni al contribuente

Una sentenza del Giudice di Pace sulla causa-pilota della Casa del Consumatore per conto di un suo associato. L'Asp condannata a restituire 150 euro per l'Iva versata ma non dovuta nelle Tia dal 2004 al 2010. Corte Costituzionale e Corte di Cassazione si sono pronunciate per dire che non si può applicare l'Iva su una tassa …

Si è chiusa a favore del contribuente la causa-pilota di un associato della Casa del Consumatore per il recupero dell’Iva pagata sulla Tia, ovvero la tassa di igiene ambientale, riscossa dall’Asp di Asti. Quella dell’Iva sulla Tia è una vicenda molto cara ai consumatori, soprattutto da quando una sentenza del 2009 della Corte Costituzionale ha stabilito che non è dovuta, in quanto la Tia è una tassa e non si può applicare l’Iva su un tributo.

Ad avvalorare ulteriormente questo chiarimento della Corte Costituzionale, anche una recente sentenza della Corte di Cassazione, di marzo scorso, che, riconoscendo la “natura tributaria” della tassa rifiuti, ne ha escluso espressamente l’assoggettamento all’Iva. Questo in cosa si traduce per i contribuenti? Nella possibilità di chiedere all’Asp e al Consorzio che emetteva le bollette rifiuti, il rimborso dell’Iva pagata negli anni in cui la tassa si chiamava Tia (quando è passata a Tarsu non è più stata applicata l’Iva). La causa seguita dall’avvocato Cinzia Margarino per la Casa del Consumatore riguarda un contribuente di Asti che, dal 2004 al 2010 aveva pagato poco meno di 150 euro a titolo di Iva sulla Tia.

All’uscita della prima sentenza della Corte Costituzionale, il contribuente aveva già fatto richiesta all’Asp di rimborso, in via stragiudiziale  ma la municipalizzata aveva respinto l’istanza. Allora si è rivolto alla Casa del Consumatore che gli ha messo a disposizione la consulenza dell’avvocatessa Margarino. La causa, messa a ruolo a luglio, si è conclusa in tempi molto rapidi di fronte al Giudice di Pace Vincenzo Monastra Varrica. Che ha concluso per una sentenza che nella quale l’Asp è tenuta a pagare i 150 euro di rimborso dell’Iva più gli interessi legali.

«E’ una sentenza importante -ha commentato il presidente della Casa del Consumatore di Asti Stefano Santin- perchè in un momento difficile come questo per tutte le famiglie, il riconoscimento del diritto al rimborso fa comodo. E' quindi giusto che l'Asp restituisca l'Iva illegittimanente riscossa, seppur in buona fede, e che si rivalga sullo stato per farsela rimborsare a sua volta. E, visto che il Comune di Asti è il socio di maggioranza della sua municipalizzata, potrebbe farsi parte attiva da una parte per appoggiare l'azienda nel recupero credito allo Stato e dall'altra per agevolare i cittadini nel vedersi restituire quanto versato senza che fosse dovuto».

Daniela Peira

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