Un'azienda agricola nella zona del Nicese, con pochi terreni, una parte dei quali incolti, e con una cascina un po' fatiscente. Non è passato inosservato ai carabinieri del Nucleo operativo
Un'azienda agricola nella zona del Nicese, con pochi terreni, una parte dei quali incolti, e con una cascina un po' fatiscente. Non è passato inosservato ai carabinieri del Nucleo operativo dell'ispettorato del lavoro e all'ufficio di vigilanza dell'Inps di Asti un gran numero di assunzioni da parte di quella piccola azienda. Sono scattate così le indagini, che hanno portate alla denuncia dei titolari, padre e figlio, e di 37 extracomunitari, per lo più maghrebini.
«I reati ipotizzati vanno dalla truffa ai danni dell'Inps alla violazione delle norme in materia di immigrazione, falso ideologico/materiale e uso di atto falso. I responsabili dell'azienda hanno, dietro compenso e in concorso con extracomunitari, instaurato rapporti di lavoro fittizi, sia in ambito agricolo che domestico, allo scopo di ottenere benefici prevendenziali a sostegno del reddito, quali disoccupazione agricola, assegni familiari, malattia, indennità di maternità, ma anche il rinnovo di permessi di soggiorno.
Potrebbe essere solo la punta dell'iceberg e proseguiremo nelle indagini per verificare se sussistono situazioni analoghe», hanno spiegato il direttore territoriale del Lavoro Alberto Ivaldi, il maresciallo Roberto Brunoni, comandante del Nucleo dell'Ispettorato del Lavoro, il direttore della sede provinciale dell'Inps Alberto Poggioli, l'ispettore di vigilanza dell'Inps Salvatore D'Aloi e il responsabile della vigilanza della Direzione territoriale del lavoro Gianpiero Calore. Sono stati recuperati 40 mila euro, quali indebite prestazioni previdenziali erogate dall'Inps.