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Cronaca

Caso Elena Ceste, la nebbia
nascose il corpo durante le ricerche?

Stamattina sopralluogo dei geometri Cirone e Canalella per misurare e mappare l'area del ritrovamento. D'inverno il rio è molto più sgombro che d'estate e anche i campi intorno permettono visuale quasi perfetta. Solo la nebbia può aver coperto i movimenti del 24 gennaio 2014

Mattinata di rilievi al gelo, quella di oggi, nella valle fra Motta e Isola intorno al luogo di ritrovamento dei resti di Elena Ceste. I geometri Federico Cirone e Pietro Canalella hanno accettato l'incarico di effettuare gli accertamenti tecnici irripetibili per conto degli avvocati Girola e Masoero che sono stati assegnati d'ufficio a Michele Buoninconti, marito di Elena, unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere. I due professionisti hanno allestito le loro attrezzature di misurazione delle distanze intorno alle 8,30, la stessa ora della scomparsa della donna un anno fa, il 24 gennaio 2014. E hanno proceduto ad una mappatura precisa e matematica di tutta l'area, partendo dal punto di ritrovamento nel rio Mersa per "allargarsi" alle varie strade sterrate che portano ad esso e misurando la distanza con le case e le finestre che si "affacciano" su quel pezzo di valle.

Il lavoro è proseguito con la misurazione della distanza con la casa della donna, a meno di un chilometro e il rilievo dei vari percorsi che possono essere fatti per arrivare dall'abitazione al rio. Ad assistere agli accertamenti la solita mezza folla di giornalisti e cameramen delle tv nazionali che continuano a seguire il caso di Elena Ceste. In mezzo a loro i carabinieri della stazione di Costigliole presenti per vigilare sul lavoro dei professionisti, alcuni degli inquirenti del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Asti che stanno lavorando alla soluzione del giallo sotto la direzione della Procura e anche, un po' a sorpresa, gli avvocati Carlo Tabbia e Debora Abate Zaro di Torino che rappresentano la famiglia di origine di Elena. Gli avvocati torinesi hanno detto di aver scelto di partecipare in seguito alla notifica dell'accertamento difensivo inviata dagli avvocati astigiani di Buoninconti.

Gli stessi avvocati che attendono, per conto della famiglia, il deposito della perizia autoptica da parte del dottor Romanazzi al quale dovrebbe far seguito, finalmente, il nullaosta per i funerali della donna che si terranno a Govone. Bocce cucite da parte degli avvocati Girola e Masoero che hanno semplicemente ribadito quanto detto già nei giorni scorsi, ovvero la necessità di avere un'idea precisa di come si presentasse la morfologia e la vegetazione della zona al momento della scomparsa. E, in effetti, rispetto all'immagine del momento del ritrovamento, a fine ottobre, il gelo e il riposo dei campi a fine gennaio offre alcune riflessioni sulle ipotesi finora avanzate. Se ad ottobre sembrava scontato quanto fosse difficile scorgere il corpo della donna in mezzo a quella selva di arbusti e di cespugli che crescevano sulle sponde del rio, in inverno la visuale delle rive e del fondo del canale è molto più aperta e libera.

Arbusti e cespugli ci sono ancora e sono molto fitti, ma sono secchi, senza le foglie a confondere la prospettiva, la vista e le sfumature di colore dovute alle ombre. Difficile per gli uomini impegnati nelle ricerche non notare il corpo affiorante dalla scarsa acqua del fondo del canale, a meno che non fosse parzialmente coperto da terra oppure, altra ipotesi percorsa, non si trovasse ben nascosto sotto il tubo di cemento che attraversa la ferrovia. Per quanto riguarda le coltivazioni dei campi vicini al rio, è stato confermato che la visuale era sgombra, visto che, qualunque fosse la coltura, in questa stagione i terreni sono arati. L'unico ostacolo ad eventuali testimoni oculari rimane dunque la nebbia che il 24 gennaio 2014, proprio nell'ora della scomparsa della donna e fino a tarda mattinata, era bassa e piuttosto fitta su tutta la valle.

Daniela Peira

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