Non mancano i colpi di scena nella scomparsa di Federica Farinella, la modella di 30 anni scomparsa 21 anni fa e i cui primi resti sono stati trovati ad ottobre a pochi passi dalla casa di famiglia ai confini fra Chiusano e Montechiaro.
Nella zona in cui un cacciatore aveva trovato un cranio e una tibia che la comparazione del Dna aveva assegnato con certezza alla ragazza, un gruppo di esperti forensi sta compiendo a più riprese altre ricerche per recuperare quanti più resti possibili della ragazza in modo da poterli analizzare per comprendere le ragioni della sua morte.
Il gruppo è capeggiato dal criminologo e antropologo Fabrizio Pace che nello scorso week end è tornato nella zona impervia per una nuova battuta di ricerca. Ma lui e i suoi colleghi hanno avuto una sgraditissima sorpresa: il canneto in cui ai primi di maggio erano stati trovati altri 10 frammenti ossei di Federica, è stato raso al suolo nei giorni scorsi andando a compromettere pesantemente il luogo di ritrovamento e dando vita ad un nuovo piccolo “giallo” sulla morte della modella.
«Il canneto all’interno dei quali erano stati ritrovati i primi resti – spiega il dottor Pace – risulta completamente falciato e il terreno pieno di frammenti di canne e vegetazione, in parte ripulito. La prima ipotesi avanzata è che si fosse trattato di un gesto di cortesia: l’autore potrebbe infatti aver ingenuamente pensato che ripulire il luogo dalla vegetazione potesse in qualche modo agevolare le ricerche, non realizzando che questo in realtà avrebbe compromesso la scena e l’integrità dei resti. In questo caso, si incoraggia ugualmente chi di dovere a farsi avanti, contattandomi direttamente al numero 347/9207878 così che la squadra possa avere più elementi riguardo la modalità con cui è avvenuta la pulizia dalla vegetazione e poter cosí ricostruire correttamente la posizione anatomica dei resti».
Si tratta di una zona non lontana dalla casa del padre di Federica ma comunque difficile da raggiungere e trovare. I proprietari non ne conoscono neppure l’esatta ubicazione e hanno confermato al dottor Pace di non aver mai dato incarico a nessuno di ripulire il terreno.
«Se l’opera di pulizia non è un atto di cortesia – prosegue Pace – sorge una domanda spontanea: chi potrebbe avere interesse a deturpare volontariamente i luoghi delle ricerche? Ma soprattutto, a quale scopo? Si tratta forse di un tentativo di depistaggio, oppure l’autore del misfatto voleva occultare alcuni indizi che sapeva essere presenti sul posto?».
Nonostante lo stravolgimento della zona, la squadra ha comunque recuperato altri resti ossei della ragazza, appartenenti al busto. Alle ricerche ha di nuovo partecipato un cane della Detection Dogs Ticino dopo aver “studiato” per due settimane l’odore lasciato dalle ossa ritrovato nelle precedenti occasioni.
Altri componenti della squadra, poi, compreso il dottor Pace, sono andati alla ricerca, anche con un metal detector, di parti di ferro come cerniere bottoni, fermagli che possano ricondurre agli indumenti indossati da Federica il giorno della scomparsa.
Nella giornata di domenica sono stati portati via anche circa 2 quintali di terreno del sottobosco in cui sono stati ritrovati i resti, destinati ad essere setacciati sempre alla ricerca di altri frammenti ossei o qualunque altro indizio utile a ricostruire le ultime ore di vita di Federica.
Mentre il dottor Stefano Vanin, entomologo forense, sta analizzando altri campioni di terreno alla ricerca di scheletri di insetti per avere maggior informazioni circa il periodo e il luogo della decomposizione.