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Cronaca

C'è un identikit per l'assassino
che freddò "Gino di Foggia"

Spunta un testimone nel caso dell’omicidio di Luigi Di Gianni e i carabinieri di Asti hanno diffuso un identikit. La svolta nelle indagini condotte dal Nucleo operativo coordinato dal tenente

Spunta un testimone nel caso dell’omicidio di Luigi Di Gianni e i carabinieri di Asti hanno diffuso un identikit. La svolta nelle indagini condotte dal Nucleo operativo coordinato dal tenente Gianpaolo Canu è arrivata in questi giorni. Un testimone ha deciso di raccontare ai militari di una persona che aveva visto aggirarsi ad Isola la sera del 12 gennaio 2013, poco prima degli istanti in cui era stata portato a termine l’agguato nei confronti di “Gino di Foggia”, come tutti conoscevano l’uomo di 53 anni freddato da tre colpi di fucile. Una vera e propria esecuzione nei suoi confronti.Erano le 22,30 di un sabato. Di Gianni era appena uscito dalla sua abitazione di corso Generale Volpini (nella zona della casa di riposo). Aveva attraversato la strada e si era diretto verso il vialetto che porta al campo sportivo. Lì si trovava posteggiata la sua auto.

Stava caricando alcune buste, prima di salire in auto per recarsi all’Odeon Privé di Strevi, nell’Alessandrino, night che gestiva insieme ad un socio. È stato raggiunto dai primi due colpi di fucile, poi il tentativo di fuga, per ripararsi in casa, ma un terzo sparo lo ha fatto accosciare al suolo, sul marciapiede proprio di fronte all’abitazione. E’ spirato dopo alcuni minuti, tra le braccia della compagna, Angelica, che si è trovata ad assistere agli ultimi momenti di quel tragico evento. Subito erano scattate le indagini dei carabinieri, che avevano anche ritrovato, abbandonato a poca distanza, il fucile usato per compiere l’assassinio. In breve tempo si era risaliti al proprietario del fucile, che gli esami specialistici stabilirono essere l’arma del delitto. L’uomo risultò estraneo ai fatti.

La compagna di Di Gianni, molto conosciuto ad Asti, si era rivolta in più occasioni agli inquirenti per raccontare anche il minimo dettaglio che le era venuto in mente, senza però poter fornire un ritratto dell’assassino, la cui figura aveva potuto vedere solo da una certa distanza (la finestra del secondo piano della casa) e nel buio della serata. La signora Angelica aveva manifestato più volte il bisogno di conoscere la verità sull’autore dell’omicidio, sui mandanti che la donna ritiene siano dietro all’agguato e sul movente. Le indagini si erano orientate su una vendetta, un regolamento di conti o ragioni che potessero avere a che fare con il mondo dei locali notturni. Ora la diffusione dell’identikit del possibile assassino. «Lanciamo un appello ai cittadini al fine di trovare altri testimoni che avessero notato un’auto, una Fiat Punto, transitare nel paese di Isola quella stessa sera o nelle serate precedenti», fanno sapere dal comando astigiano dell’Arma. C’è massimo riserbo ovviamente sull’identità del testimone che ha permesso di arrivare alla ricostruzione del volto del possibile omicida.

Marta Martiner Testa

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