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Cronaca

Charlie Hebdo, lo spavento
dei cugini astigiani dell'ostaggio

«Un brutto colpo per tutta la famiglia, ma per fortuna stanno tutti bene». Ci risponde così la signora Carmela La Capra, cugina di primo grado, da parte di madre, di Michel Catalano, il

«Un brutto colpo per tutta la famiglia, ma per fortuna stanno tutti bene». Ci risponde così la signora Carmela La Capra, cugina di primo grado, da parte di madre, di Michel Catalano, il proprietario della tipografia Ctd, ultima tappa dei fratelli Said e Cherif Kouachi in fuga dall’esercito dopo l’attentato terroristico al settimanale satirico parigino “Charlie Hebdo”. Michel Catalano, per un’ora ostaggio dei terroristi e per altre otto rimasto col fiato sospeso nel sapere che nascosto all’interno della tipografia, all’insaputa dei fratelli Kouachi, si trovava ancora il collega Lilian Lepère, ha dichiarato in un’intervista di sentirsi particolarmente legato all’Italia, di essere originario di Vaglio Basilicata e di avere cugini ad Asti.

Cugini che noi abbiamo individuato e ai quali abbiamo chiesto come hanno vissuto quei tragici momenti e se hanno capito subito che si trattava della tipografia del loro parente. «Subito no – rivela la signora Carmela, residente in via Pascoli – quando ho sentito nome e cognome ho provato a contattare mia zia per sapere se era veramente lui o se poteva trattarsi di un omonimo. Purtroppo mia zia non era in casa; così ho dovuto contattare altri parenti ad Asti per capire meglio quello che stava accadendo. Ci siamo sentiti al telefono, ci hanno raccontato cos’è accaduto e, impegni di lavoro permettendo, speriamo di andare presto a trovarli».

Venerdì mattina, poco dopo le 8, i fratelli Kouachi, in fuga su un’auto rubata, incappano in un posto di blocco, sparano, fuggono a piedi e si rifugiano nella tipografia. Al suo interno c’è Michel Catalano, il proprietario, che subito ordina al collega 27enne Lilian di nascondersi. Poco dopo bussa alla porta un fornitore e Michel insiste nel dirgli di andarsene, i killer non oppongono resistenza, l’uomo è salvo e chiama la polizia. In pochi minuti l’area è blindata. Dopo un’ora i terroristi lasciano andare Michel che informa la polizia della presenza di Lilian, nascosto nel soppalco sopra il laboratorio, all’insaputa dei killer. Inizia così lo scambio di sms tra Lilian e la polizia che proseguirà per ore, fino alle 16,45 quando, dopo l’assalto delle forze armate, i fratelli Kouachi escono imbracciando i loro kalashnikov e sono abbattuti dai tiratori scelti del Gign.

Marzia Barosso

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