«Ero ferma al bancomat con un'altra signora -? racconta una delle persone che al momento della rapina di mercoledì scorso si trovava nell'agenzia Sanpaolo di corso Savona -? Volevo
«Ero ferma al bancomat con un'altra signora -? racconta una delle persone che al momento della rapina di mercoledì scorso si trovava nell'agenzia Sanpaolo di corso Savona -? Volevo prelevare qualche soldo, quando ho visto entrare due uomini. Erano giovani, più o meno tra i trenta e i quarant'anni, avevano una borsa in mano. Si sono avvicinati ma invece di entrare in banca ci hanno detto di avere una pistola nella borsa, di non gridare e di non fare movimenti strani perché altrimenti le avrebbero utilizzate. Il cuore ha iniziato a battere all'impazzata. Non riuscivo a rendermi conto di cosa stesse accadendo, cosa stessi vivendo. Poi ci hanno detto di entrare in banca con loro. Ho capito che ci trovavamo in una rapina vera e propria». Con queste parole una signora ancora spaventata, ha raccontato ai famigliari i momenti salienti della rapina.
Ho capito che era una rapina
«Siamo entrati in banca con loro e immediatamente i due hanno detto che si trattava di una rapina e che se nessuno avesse fatto gesti inconsulti non sarebbe capitato nulla. Parlavano bene l'italiano ? ha continuato la signora ? con un leggero accento siciliano. Io le pistole non le ho mai viste, dalla borsa non sono mai uscite. Avevo paura persino a tirare fuori il telefonino dalla tasca, non volevo muovermi, non volevo provocare reazioni violente». Intanto il panico si era impossessato ormai di tutti, clienti e personale della banca.
Ci hanno chiusi in una stanza
I ladri hanno fatto entrare tutti in una stanzina. Solo un'impiegata è rimasta fuori, doveva aprire il bancomat. «Hanno fatto aprire la cassaforte del distributore automatico -? ha continuato la donna -? e hanno iniziato a prelevare il denaro che era contenuto all'interno. A noi non hanno chiesto nulla. Finito di prendere il denaro, si sono fatti consegnare i cd delle telecamere e hanno fatto entrare anche l'impiegata nella stanzina dove c'eravamo noi. Hanno chiuso la porta e se ne sono andati. Eravamo serrati nella stanzina senza poter fare nulla. La porta non si apriva. Eravamo prigionieri. Qualcuno ha tirato fuori il telefonino dalla tasca e ha chiamato le forze dell'ordine, che sono arrivate e ci hanno liberati. Una volta usciti una signora si è sentita male e abbiamo chiamato il 118. Lo spavento è stato molto intenso».
Il benzinaio non si è accorto di nulla
Intanto il benzinaio di fronte alla banca non si è accorto di nulla. «Ho sentito le sirene della polizia -? ha detto il titolare del distributore – ho visto che le pattuglie si sono fermate di fronte al San Paolo e ho capito che doveva essere successo qualcosa. Ma non mi sono accorto di nulla. Un agente è poi venuto a chiedermi se disponevo di attrezzi per aprire una porta e io ho dato quello che avevo». Anche la barista dall'altro lato di corso Savona non si è accorta di nulla, solo le sirene delle pattuglie di polizia e carabinieri hanno destato la sua attenzione. Evidentemente i due hanno agito con professionalità, non si esclude che siano arrivati a piedi. In ogni caso, dopo i primi interrogatori, personale e clienti sono tornati alle loro abitazioni. Tutti, per fortuna, possono raccontare questa terribile esperienza a parenti e amici. Ma bastava un gesto, un movimento, uno scatto e le cose potevano anche finire diversamente. I cittadini hanno paura e chiedono a viva voce a chi di dovere di fare qualcosa, di rendere la città più sicura. Asti è diventata invivibile, pericolosa. Omicidi, sparatorie, rapine in banca e in casa, furti in alloggio, scippi e chi più ne ha più ne metta. E intanto alcune forze politiche chiedono l'impiego dell'esercito per fermare il dilagare della delinquenza.
f.d.