Ad una svolta il mistero sulla scomparsa dell’ingegner Luigi Scalambro, avvenuta dieci anni fa a Cunico. Dopo molti anni vissuti nell’incertezza di cosa fosse accaduto quel 25 giugno del 2011 e alla scadenza del termine minimo previsto per la dichiarazione di morte presunta, proprio le colline di Cunico hanno restituito i suoi resti.
Pochi alla volta. Un primo ritrovamento, infatti, è stato fatto già tre anni fa: ritrovamento casuale di un femore che, conservando ancora sostanze genetiche, è stato attribuito con certezza all’ingegnere molto conosciuto e amato a Cunico.
Ma le ricerche non si sono fermate. Il fascicolo sulla sua scomparsa, sul tavolo del sostituto procuratore Laura Deodato, si è arricchito di tre anni di accurate e meticolose ricerche effettuate dai carabinieri della Compagnia di Villanova i quali, a partire dal punto in cui è stato rinvenuto l’osso femorale, hanno fatto una serie di studi e deduzioni per arrivare a circoscrivere un’area in cui cercare altri eventuali resti.
Calcoli giusti, visto che pochi giorni fa una squadra di esperti guidata dall’archeologo forense Dominic Salsarola, (molto conosciuto per aver lavorato in passato anche al caso della morte di Yara Gambirasio) ha recuperato altri resti molto probabilmente appartenenti all’ingegner Scalambro.
Per giorni gli esperti hanno setacciato (nel vero senso della parola) l’area individuata portando via non solo i resti ma anche tutto quello che potrebbe avere un interesse per le indagini.
Nessuna ipotesi per ora sulla causa della morte; la speranza è di poterla accertare attraverso l’esame di quanto rinvenuto.
L’ingegner Luigi Scalambro aveva 82 anni al momento della sua scomparsa e si trovava nella sua casa di campagna di Cunico, paese di cui era originario, con la moglie Adriana. L’ingegnere era ormai in pensione dopo una brillante carriera nel mondo dell’industria torinese e, pur essendo residente nel capoluogo piemontese, passava molto tempo a Cunico dove ricopriva la carica di presidente della casa di riposo del paese.
Ed è proprio verso la struttura di accoglienza per anziani che si stava dirigendo quando è scomparso. Era uscito di casa a piedi, indossando camicia e maglia rossi, un paio di pantaloni e ciabatte di cuoio. Secondo quanto riportato dalla scheda della trasmissione “Chi l’ha visto?” cui la famiglia all’epoca si era rivolta, aveva detto alla moglie che, finito il lavoro nell’orto, si sarebbe recato in casa di riposo a trovare un parente.
Ma alla Rsa non arrivò né fece mai ritorno a casa sua.
Nell’immediatezza vennero organizzate squadre di ricerca organizzate dalla protezione civile e da molti volontari del paese, impegnati ad ispezionare pozzi, cisterne, boschi, rive di quel tratto di strada, in aperta campagna, che divideva la sua abitazione dalla casa di riposo.
Sia il luogo di ritrovamento dei primi resti, tre anni fa, che quello degli altri resti pochi giorni fa, non sono distanti dalla strada che avrebbe dovuto percorrere l’ingegnere.