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Cronaca
Il caso

Detenuto con la SLA: ora si muove in sedia a rotelle in carcere

Mentre si attende a giorni la decisione dell’appello al Tribunale del Riesame per ottenere i domiciliari

Potrebbe già tenersi nei prossimi giorni l’udienza d’appello al tribunale del Riesame per la scarcerazione di Maximiliano Cinieri, il detenuto astigiano colpito da una grave forma di SLA ancora in carcere ad Alessandria.
Per riaverlo a casa e curarlo si stanno battendo la moglie Livia e la figlia Valeria ma un medico legale nominato perito dal gip di Asti ritiene la sua malattia compatibile con la carcerazione al contrario del parere di tutti gli altri medici e specialisti consultati. Il suo difensore, l’avvocato Furlanetto, ha presentato appello contro l’ultimo rifiuto alla scarcerazione portando anche nuova documentazione medica. Perchè, nel frattempo, l’uomo è peggiorato.
«Mio padre peggiora di giorno in giorno – racconta la figlia Valeria – ora è su una sedia a rotelle. Prima camminava con le stampelle ma le braccia non lo reggono più e una gamba ha cominciato a cedere. Le mani non rispondono più ai comandi, la lingua è atrofizzata ed è difficilissimo comprenderlo quando tenta di parlare. E, di pari passo con le sue condizioni fisiche, sta decadendo anche il suo spirito ed è preda di una fortissima depressione Ogni volta che andiamo a trovarlo, lo troviamo sempre peggio e ci parla solo della sua morte. Ha tutte le condizioni per poter ottenere il rientro a casa ai domiciliari per le cure che gli servono».
Fra le iniziative di sensibilizzazione pensate dalla famiglia, anche una raccolta firme che, seppure avviata sui social da pochi giorni, ha già raggiunto circa 200 firme. Prossimamente saranno predisposti anche moduli cartacei per chi volesse aderire.

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