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Cronaca

Edo morì per colpa di una svolta senza freccia: il giudice civile condanna a pagare il risarcimento

Pubblicata la sentenza del giudice civile di Asti sul tragico incidente che costò la vita al ragazzo di 17 anni di Montiglio. In sentenza ricostruita la dinamica agli atti del processo penale la cui sentenza è prevista per ottobre. Automobilista e compagnia di assicurazione condannati a pagare i risarcimenti

La giustizia civile più veloce di quella penale

Caso più unico che raro quello al Tribunale di Asti dove ieri è stata resa nota la decisione del giudice civile sulle responsabilità nel tragico incidente che costò la vita ad Edoardo Civitate, il ragazzo di 17 anni deceduto il 16 settembre di quattro anni fa sulla statale per Casale, all’altezza di Castell’Alfero.
Il giudice Sara Pozzetti, nella sua sentenza, ha assegnato le responsabilità sulla base della ricostruzione dell’incidente così come emerge da rilievi dei carabinieri, dalle testimonianze degli automibilisti presenti all’incidente e da alcune perizie acquisite dal processo penale ancora in corso la cui sentenza è prevista per ottobre.

La colpa: 30% ad Edo e il 70% all’automobilista

E la ripartizione delle responsabilità è ricaduta per il 30% su Edoardo per non aver rispettato l’adeguata distanza di sicurezza dall’autobus che precedeva la moto sulla quale viaggiava ma per il restante 70% su C. P, 44 anni, l’automobilista che avrebbe scatenato l’incidente.
La ricostruzione acquisita agli atti, infatti, vede Edoardo procedere a bordo della sua moto dietro ad un autobus di linea. Davanti all’autobus, all’improvviso, si immette una Citroen Saxo proveniente da una stradina laterale alla provinciale. La Saxo percorre un centinaio di metri e poi, senza mettere la freccia, rallenta e gira a destra in un’altra strada secondaria. Queste due manovre avventate di immissione e svolta, costringono l’autobus ad una brusca frenata. Dietro anche Edo deve “inchiodare” per non tamponare l’autobus ma nella frenata brusca perde il controllo della moto che cade e striscia sull’asfalto. Il ragazzo viene sbalzato a sinistra e finisce sulla carreggiata opposta proprio mentre sta passando un altro autobus, finendogli sotto, fra le ruote davanti e quelle dietro che, inesorabilmente lo travolgono e ne provocano la morte.

Ad ottobre la sentenza penale

L’automobilista della Saxo finisce a processo per condotta di guida improntata ad imprudenza, negligenza ed imperizia e la compagnia di assicurazione della sua auto decide di congelare i risarcimenti in attesa dell’esito del processo. A questo punto la famiglia decide di intraprendere un’azione civile affidandosi allo Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità di ogni tipologia di sinistro.
Con il consulente personale Giancarlo Bertolone e l’avvocato Giulio Vinciguerra è stata avviata la causa civile terminata nei giorni scorsi con la sentenza del giudice Pozzetti che ha anche stabilito il risarcimento danni a favore dei genitori, dei fratelli e dei nonni di Edoardo.
Il processo civile si è celebrato a carico dell’automobilista e della compagnia di assicurazione.

Perizie a confronto

Archiviato il primo grado del processo civile, rimane ancora da chiudere il fronte penale che vede i periti sostanzialmente concordi nella ricostruzione dell’incidente ma profondamente divisi sulle responsabilità. Per il perito della difesa, infatti, non esiste alcun elemento per ipotizzare una omessa precedenza da parte della Citroen rispetto al bus, nè si può stabilire il tempo di accelerazione dell’auto e, anche se non fosse stata messa la freccia, gli stop della frenata per girare a destra avrebbero comunque segnalato la manovra al conducente del bus. Dunque, secondo lui, il bus che precedeva Edo avrebbe avuto il tempo per rallentare e per mantenere una distanza di sicurezza che avrebbe impedito l’inchiodata improvvisa all’origine della perdita di controllo della moto che seguiva.

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