La dipendenza da gioco d’azzardo lunedì prossimo sarà la discriminante fra un ergastolo e una pena minore
La dipendenza da gioco d’azzardo entra nei processi e per quello che andrà a chiudersi lunedì prossimo sarà la discriminante fra un ergastolo e una pena minore. C’è attesa per la sentenza che il gup Giannone dovrà dettare lunedì a carico di Pasqualino Folletto, l’operaio di 47 anni che un anno fa ha massacrato a coltellate Maria Luisa Fassi nella tabaccheria di corso Volta che la donna conduceva con il marito.
All’uomo la Procura e i carabinieri sono arrivati a tre settimane dall’omicidio e quando, in un afoso pomeriggio di fine luglio ha confessato il suo delitto nella caserma dei carabinieri, ha anche subito addebitato la ragione al suo vizio del gioco. Non tavoli verdi e scintillanti casinò, ma una dipendenza di piccolo cabotaggio con le giocate al Superenalotto, alle slot disseminate in tanti locali cittadini e l’attrazione verso i Gratta&Vinci che con 1 euro illudono di poter vincere quello che un lavoratore normale può risparmiare in anni di stipendio.
Tanto che Folletto, dopo la rapina finita nell’inaudito massacro perpetrato con 45 coltellate, prima di darsi alla fuga ha arraffato qualche mazzetta di Gratta&Vinci che si trovava dietro il bancone della tabaccheria. Ma il contesto nel quale è maturato il delitto, il fatto che lui fosse partito da casa già con un coltellaccio di grosse dimensioni deciso a fare una rapina, la scelta della tabaccheria di corso Volta che non era dotata di impianti di videosorveglianza ed era aperta al mattino da una donna, l’attesa fuori dal negozio e poi dentro che non ci fosse nessun cliente per agire, la sequenza di delitto, rapina e fuga, e soprattutto quei 45 fendenti, hanno fatto scattare, fin da subito, l’aggravante della crudeltà e l’esclusione della sua incapacità di intendere e di volere, condizione che gli sarebbe valsa uno sconto di pena e, forse, anche un regime diverso di detenzione.
Per il pm Tarditi e l’avvocato di parte civile Pierpaolo Berardi non ci sono dubbi sulla lucidità di Folletto quel mattino; il gup ha disposto una perizia psichiatrica che ha confermato questa piena capacità e anche il consulente della difesa, il primo che ha sondato Folletto su questo piano, era giunto alla stessa conclusione. La dipendenza da gioco è presente, ma non così rilevante da attenuare o neutralizzare la capacità di discernere il bene dal male.
Neutralizzare forse no, ma attenuare sì, è invece la linea tenuta dall’avvocato Silvia Merlino nella sua arringa richiamando una sentenza del tribunale di Venezia che, in un caso analogo, ha riconosciuto il peso della dipendenza dal gioco d’azzardo nelle decisioni di un imputato. Obiettivo della difesa è quello di far cadere l’aggravante della crudeltà che, nei conti del pm, lo ha portato a chiedere per Folletto una condanna all’ergastolo nonostante la scelta del rito abbreviato che dà diritto ad uno sconto di pena. Lo sconto, in questo caso, riguarderebbe solo l’esclusione dell’isolamento.
Per la diesa, invece, Folletto si merita una condanna minore; l’avvocato Merlino ha chiesto l’esclusione dell’aggravante della crudeltà e il riconoscimento delle attenuanti generiche. Lunedì le repliche in aula e poi la sentenza.
d.p.