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Cronaca

Il presidente tabaccai: «Ho visto
disponibilità ma pochi gesti concreti»

«Nulla da dire sulla disponibilità, di quella che ne abbiamo ricevuta in gran quantità, ma di azioni concrete, di quei gesti che restituiscono immediatamente la fiducia dei cittadini nemmeno

«Nulla da dire sulla disponibilità, di quella che ne abbiamo ricevuta in gran quantità, ma di azioni concrete, di quei gesti che restituiscono immediatamente la fiducia dei cittadini nemmeno l’ombra». A parlare è Claudio Valpreda, presidente provinciale dei tabaccai che ieri ha partecipato come “esterno” alla riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica indetta dal viceprefetto reggente Paolo Ponta. Scontato l’ordine del giorno: l’uccisione di Maria Luisa Fassi che arriva a sette mesi da quella di un altro collega tabaccaio, Manuel Bacco e insieme ad una serie di episodi, meno cruenti per fortuna, che hanno però visto sempre nel mirino la categoria. Valpreda ha parlato davanti ai rappresentanti delle forze dell’ordine e della Prefettura chiedendo misure che rappresentino subito un’inversione di tendenza nella fiducia verso le istituzioni e nel senso di sicurezza o meglio sarebbe dire di insicurezza nella categoria.

In cambio, dice Valpreda e si legge in una nota stampa della stessa Prefettura, è arrivata la “più ampia disponibilità” delle forze di polizia per quanto attiene ai servizi di prevensione generale e controllo del territorio e per l’approfondimento tecnico del protocollo per l’interconnessione dei sistemi di allarme e videosorveglianza delle rivendite di monopolio con le sale operative della Polizia e dei carabinieri. Si tratta di un protocollo firmato nel dicembre scorso tra la Fit e il Ministero dell’Interno per realizzare un collegamento delle telecamere delle diverse tabaccherie con le forze dell’ordine. Ad Asti non è ancora stato attivato, perchè? «Intanto è una cosa ancora del tutto nuova che va capita bene e poi – risponde Valpreda – rappresenta un ulteriore costo per i tabaccai che devono dotarsi di telecamere e aderire al progetto con un canone mensile alla società autorizzata che si occupa di “filtrare” tutti gli allarmi per non far muovere inultimente le pattuglie. Inoltre devono dotarsi di una seconda o terza linea telefonica oltre a quelle dei terminali Lotto e Sisal che, essendo “dedicati” non consentono il traffico di altri generi di informazioni. Diciamo 100 euro al mese in più».

Dal canto suo il Comitato, sempre nella nota stampa, ha ancora una volta sottolineato che «pur riconoscendo la forte percezione di insicurezza derivante anche dai recenti gravi episodi avvenuti in città, prendiamo atto con soddisfazione della costante tendenza alla diminuzione dei reati in generale dall’autunno 2013 al giugno 2015». E’ stato confermato il ricorso ai reparti di rinforzo di Polstato e Carabinieri nei cosiddetti “pattuglioni” sul territorio, che però non danno continuità all’attività di controllo.

Daniela Peira

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