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Cronaca

Omicidio Fassi, nessuna particolare
impronta trovata sul luogo del delitto

Ridimensionate le voci del ritrovamento, nella tabaccheria di corso Volta, di un chiaro indizio che faciliterebbe l'identificazione dell'assassino. Agli inquirenti non risulta, inoltre, che l'aggressore abbia chiuso a chiave la porta del negozio per poter agire indisturbato. Una cosa è certa: il killer ha colpito Maria Luisa con un coltello da cucina, lungo e profondo, e con l'intenzione di ucciderla

E' stato ufficialmente affidato poche ore fa l'incarico alla dottoressa Rita Celli, medico legale, di effettuare l'autopsia, prevista per domani, sul corpo di Maria Luisa Fassi, 53 anni, la tabaccaia brutalmente assassinata sabato mattina mentre si trovava nel suo negozio di corso Volta. La famiglia Fassi (il padre è il noto ristoratore Piero Fassi, titolare per 43 anni, fino al 2013, del pluripremiato ristorante Gener Neuv sulla riva del Tanaro) ha rinunciato a nominare un consulente di parte che assista all'esame autoptico.

Dalla Procura hanno anche ridimensionato le voci, diffuse tra ieri mattina e oggi, che sul luogo del delitto sarebbe stata trovata un'impronta dell'assassino, lasciata in bella vista nel sangue, e che da quell'impronta si possa risalire al presunto killer. Ad oggi, infatti, non esisterebbe alcuna impronta "chiave", come non risulta agli inquirenti che l'assassino abbia chiuso a chiave la porta della tabaccheria per poter agire indisturbato. Chiudendosi a chiave nel negozio, infatti, l'assassino avrebbe rischiato di intrappolarsi da solo, soprattutto se qualcuno avesse assistito all'aggressione guardando attraverso la vetrina.

I carabinieri stanno anche vagliando con molta attenzione le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti davanti alla tabaccheria di corso Volta nelle ore dopo il rinvenimento del corpo, ferito, di Maria Luisa Fassi. Da quanto emerso sui media, infatti, ci sarebbero fin troppe persone che hanno dichiarato di essere state le prime ad entrare nel negozio e a trovare la donna a terra, dietro al bancone, in un lago di sangue. Ancora presto per dire con certezza che l'assassino, una volta compiuto il crimine, sia uscito dalla tabaccheria incamminandosi verso destra, ovvero verso le telecamere della pizzeria da asporto che si trova a fianco dell'esercizio commerciale. Per quanto si sa, l'assassino potrebbe essere anche scappato nella direzione opposta, verso corso Casale, oppure verso via Monte Rainero.

Confermato invece il tipo di arma usata per uccidere Maria Luisa: un coltello da cucina, con lama larga e profonda, con cui l'assassino l'ha ferita ripetutamente, si pensa tra le 7.35 e le 7.45. Altro dato certo è la volontà omicida del killer: chiunque abbia accoltellato la donna non l'ha fatto per coprirsi la fuga, mettendola temporaneamente fuorigioco. L'aggressore ha colpito per uccidere ed è questo uno dei nodi sui quali ruota il mistero di corso Volta. Maria Luisa è stata assassinata da un rapinatore fuori controllo? Oppure da un malvivente che, temendo di essere riconosciuto, ha deciso di eliminare l'unico testimone del suo crimine? Domande alle quali stanno cercando di dare una risposta gli inquirenti che non escludono nessuna ipotesi.

Nel frattempo la famiglia Fassi ha chiesto agli astigiani di non portare più fiori davanti al negozio teatro dell'aggressione, ma di fare offerte in favore delle missioni della “Congregazione Figlie di Nostra Signora della Pietà” utilizzando il c/c bancario: IT06 E060 8510 3000 0000 0027 952. Le esequie di Maria Luisa Fassi si svolgeranno, una volta ottenuto il nulla osta della Procura, nella collegiata di San Secondo, a poche centinaia di metri dal ristorante Tuit per Eataly gestito dalla famiglia Fassi.

Riccardo Santagati

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