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«Folletto era lucido mentre uccideva Maria Luisa»
Cronaca

«Folletto era lucido mentre uccideva Maria Luisa»

Arriverà nella mattinata di lunedì 27 giugno la sentenza a carico di Pasqualino Folletto, l’uomo che ha ucciso con 45 coltellate Maria Luisa Fassi

Arriverà nella mattinata di lunedì 27 giugno la sentenza a carico di Pasqualino Folletto, l’uomo di 47 anni che ha ucciso con 45 coltellate Maria Luisa Fassi. Questa mattina si è tenuta davanti al gup Giannone la discussione conclusiva del rito abbreviato scelto dall’imputato e dai suoi avvocati. Complessa la requisitoria del pm Tarditi che un anno fa coordinò le indagini che portarono, in appena tre settimane dal delitto, all’identificazione dell’omicida.

Ha ripercorso tutte le fasi di indagine e ha dato una ricostruzione della personalità e degli avvenimenti di quel sabato 4 luglio che dipingono Folletto come uomo sicuramente lucido quando si è presentato nella tabaccheria armato di coltello intenzionato a compiere la rapina. Il pm ha tenuto duro anche sul peso della responsabilità giudiziaria dell’uomo, chiedendo per lui la pena dell’ergastolo, compresa di sconto per la scelta del rito abbreviato riconoscendo l’aggravante per la crudeltà. Questo deriva dal fatto che lo “sconto” riguarda solo l’isolamento diurno.

Particolarmente coinvolgente la discussione dell’avvocato di parte civile, Pierpaolo Berardi che rappresenta marito, figli, genitori e sorella di Maria Luisa Fassi. Il suo intervento è stato improntato alla ricostruzione di tutti i momenti salienti del delitto, compresa una toccante sequenza delle 45 coltellate, contate e mimate una per una, intervallate dalle reazioni della vittima: quando tenta di scappare, poi di difendersi, quando cade a terra, quando si gira su un fianco, quando perde conoscenza.

Una ricostruzione che ha profondamente toccato anche Folletto il quale, ad un certo punto, ha chiesto alle guardie carcerarie di allontanarlo dall’aula perché non riusciva a sentire quanto aveva fatto dalla voce di chi rappresenta la famiglia della vittima. Famiglia che, consapevole della sofferenza di questa udienza, ha preferito non presenziare. Anche per la parte civile Folletto era consapevole di quello che stava facendo e non si è fermato neppure di fronte alla donna già grondante di sangue, esanime. Trovando il tempo di portare via, oltre ai contanti, anche le mazzette di Gratta & Vinci dal bancone della tabaccheria.

Il difficile compito della difesa, in capo all’avvocato Silvia Merlino, è stato quello di ricostruire la personalità e il contesto in cui Folletto viveva per puntare alle attenuanti generiche, all’esclusione dell’aggravante della crudeltà (richiamandosi qui alla sentenza Parolisi) e chiedendo anche una parziale incapacità del suo assistito palesemente affetto da ludopatia, ovvero da dipendenza da gioco d’azzardo. Nonostante il perito nominato dal giudice avesse sostenuto che Folletto è pienamente capace di intendere e volere, l’avvocato Merlino ha citato una sentenza del tribunale di Venezia che, in analogo caso, aveva invece riconosciuto la seminfermità per lo stato psicologico da ludopatia. L’udienza è stata rinviata al 27 giugno per repliche e sentenza.

Daniela Peira

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