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Gestione bar, ristoranti e pizzerieDiminuisce il "tasso" di burocrazia
Cronaca

Gestione bar, ristoranti e pizzerie
Diminuisce il "tasso" di burocrazia

Pare proprio che gli esercizi legati alla somministrazione di alimenti e bevande siano diventati la saga delle complicazioni, della burocrazia esasperata. A dirlo sono alcuni esponenti di “Fratelli

Pare proprio che gli esercizi legati alla somministrazione di alimenti e bevande siano diventati la saga delle complicazioni, della burocrazia esasperata. A dirlo sono alcuni esponenti di “Fratelli d’Italia” che sabato mattina hanno parlato degli emendamenti da loro presentati e fatti approvare dalla Regione, circa la legge del 26 dicembre 2006 che prevedeva l’obbligatorietà della formazione triennale per gli esercenti di queste attività commerciali. Cosa significa tutto questo? Significa che prima dell’emendamento chi gestiva un bar, una pizzeria o un ristorante ogni tre anni doveva seguire obbligatoriamente un corso di formazione sulla sicurezza e sull’igiene, diversamente gli sarebbe stata revocata la licenza e gli sarebbe stata comminata una sanzione pecuniaria da 500 a 3000 euro.

Con l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia, grazie alla consigliera regionale Augusta Montaruli, continua ad esserci l’obbligatorietà del corso, però non si parla più di revoca della licenza ma solamente di sospensione, sino all’avvenuta frequenza del corso di formazione. E’ già un piccolo passo in avanti che gli esponenti di Fratelli d’Italia hanno ottenuto, ma il loro obiettivo è quello di annullare l’obbligatorietà del corso, in quanto, dicono, «gli esercenti si appoggiano pressoché tutti a consulenti per la sicurezza e per l’igiene e quindi il corso non è necessario. Del resto pur facendo la formazione se poi ad un controllo le norme igieniche o di sicurezza risultano non rispettate le sanzioni arrivano ugualmente. Quindi il corso non è assolutamente garanzia di qualità».

Secondo quanto sostenuto dagli esponenti del partito di centro destra, sarebbe quindi pressoché inutile questo corso di formazione, eppure dal 2006 l’allora presidente della Regione Mercedes Bresso, lo aveva ritenuto requisito indispensabile per mantenere la licenza. Unica regione in Italia con le Marche e la Campania, il Piemonte si è quindi garantito la leadership in fatto di burocrazia, leadership che ora gli esponenti di Fratelli d’Italia vogliono lentamente sgretolare.

In effetti, grazie al loro intervento, non solo si è passati dalla revoca alla sospensione della licenza, ma la sanzione pecuniaria è stata ridotta da 500/3000 euro a 100/500 euro. «Abbiamo saputo di questo problema direttamente parlando con l’esercente di un bar cittadino – ha detto Marcello Coppo, esponente astigiano di Fratelli d’Italia – ne abbiamo parlato alla nostra rappresentante in Regione che in breve tempo ha predisposto l’emendamento, che è stato discusso e approvato. Questo significa essere tra la gente. Si fa troppa politica, troppe polemiche, noi vogliamo essere più concreti».

«E’ quarant’anni che faccio questo mestiere e non sono ancora in grado di garantire fiducia e qualità alla mia clientela? – ha detto Beppe Francese, titolare dell’omonima pizzeria – Per questo devo fare un corso di formazione? Non ci penso neanche!». Ma chi tiene questi corsi? Le associazioni di categoria e sono a pagamento, soldi che devono sborsare gli esercenti. Sono proprio le associazioni ad aver spinto per l’obbligatorietà della formazione, mentre per quanto concerne Marcello Coppo sarebbero proprio queste associazioni «in quanto rappresentanti sindacali degli esercenti a doversi battere per abolirli e per semplificare la vita a chi deve mandare avanti un locale».

Flavio Duretto

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