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Cronaca

«Era una sentenza annunciata»
Lo sfogo dei difensori di Buoninconti

«Siamo soddisfatti della decisione del giudice anche se si tratta di una ben amara soddisfazione – commentano a caldo gli avvocati Tabbia e Abate Zaro alla lettura della sentenza parlando per nome e per conto dei genitori e della sorella di Elena – C'è anche tanta delusione nel cuore per avere avuto la prima conferma che ad uccidere la figlia sia stato il genero, il padre dei loro quattro nipoti. Per loro è stato difficile non rispondere…

«Siamo soddisfatti della decisione del giudice anche se si tratta di una ben amara soddisfazione – commentano a caldo gli avvocati Tabbia e Abate Zaro alla lettura della sentenza parlando per nome e per conto dei genitori e della sorella di Elena – C'è anche tanta delusione nel cuore per avere avuto la prima conferma che ad uccidere la figlia sia stato il genero, il padre dei loro quattro nipoti. Per loro è stato difficile non rispondere alle tante cose dette fuori e dentro l'aula, non poter gridare la loro sofferenza e non poter dire a tutti che figlia splendida fosse Elena. Ora li aspetta il sofferto compito di stare vicino ai ragazzi per dare loro la notizia e seguire le loro reazioni». «La scelta della famiglia è stata quella di non parlare, ma possiamo dire che pensiamo solo ai quattro ragazzi – è stato invece il commento di Danilo, il marito di Daniela, sorella di Elena – per mantenere la promessa fatta al funerale di Elena, quella di occuparci di loro con il suo aiuto da lassù».

La pm Laura Deodato ha lasciato l'aula subito dopo la lettura della sentenza senza rilasciare dichiarazioni, ma sicuramente con la soddisfazione di aver raccolto il frutto pieno di un anno di intensissime indagini. Aria abbattuta invece per i due avvocati difensori, anche se, fra le righe, non nascondono di non essere sorpresi da tale decisione. «Questo è stato un processo molto difficile per il fortissimo condizionamento mediatico cui è stato sottoposto – ha commentato l'avvocato Giuseppe Marazzita – ma è solo il primo grado e, comunque finisca l'Appello, è una vicenda che finirà il suo percorso in Cassazione». Michele sperava nell'assoluzione? «Sì – conferma Marazzita – ma noi lo abbiamo tranquillizzato prima della sentenza e, in qualche modo, lo abbiamo anche preparato a questa grave condanna, intaccando il suo eccessivo ottimismo».

Più tecnico il commento dell'altro avvocato difensore, Enrico Scolari che ha detto: «Speravo che il giudice disponesse altri approfondimenti. Era un processo esclusivamente indiziario e noi abbiamo sollevato tanti dubbi e tante questioni tecniche sulle consulenze con molti elementi che si prestavano ad una doppia lettura. Avremo altre occasioni e altre sedi per risollevare le questioni dubbi».
L'amico di sempre, Sandro Caruso, ha atteso con i giornalisti la sentenza: «Non ci eravamo illusi, quando si lavora male prima, è scontato un risultato così. Rispetto la sentenza, ma non la accetto».
«Giustizia per Elena è fatta» è stato invece lo slogan con il quale il gruppo di attiviste del Comitato nato per sostenere la causa della mamma di Costigliole e, in generale delle donne vittime di femminicidio, hanno salutato la sentenza di primo grado.

d.p.

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