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Cronaca

Fratelli evasori con un giro di assegni
Sequestrati beni per 5 milioni

Avevano pensato di salvare il loro patrimonio immobiliare da un eventuale sequestro dopo aver ricevuto la visita della Guardia di Finanza che ha iniziato un lungo accertamento fiscale, ma non sono

Avevano pensato di salvare il loro patrimonio immobiliare da un eventuale sequestro dopo aver ricevuto la visita della Guardia di Finanza che ha iniziato un lungo accertamento fiscale, ma non sono passati inosservati. Di oggi la notizia che la Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Asti ha provveduto al sequestro di 57 unità immobiliari fra garage, terreni, capannoni industriali ed alloggi per un valore di circa 5 milioni di euro (qui il video realizzato dalle fiamme gialle). Nel mirino i fratelli Bruno e Rocco Delfiume, titolari delle società La Margherita e collegate che si occupano di commercio all'ingrosso e al minuto di materiale da costruzione e lavorazioni edili con due sedi operative principali a Camerano Casasco e Settime.

L'accertamento a carico delle società è dell'anno scorso quando un primo giro di controlli aveva fatto emergere una serie di "artifici contabili" che avevano portato alla scoperta di fatture per operazioni inesistenti e vendite senza scontrino nè ricevuta. Al termine del maxi controllo i finanzieri hanno constatato oltre 7 milioni di euro di evasione trasmettendo, di volta in volta, le risultanze delle verifiche fiscali all'Agenzia delle Entrate per il recupero delle tasse non pagate. Ma poco tempo dopo l'inizio dell'accertamento, i finanzieri sono venuti a conoscenza di un passaggio di proprietà da un fratello all'altro che riguardava 14 garage nel Comune di Alassio. Una cessione legittima (all'epoca non erano sotto sequestro) ma che ha insospettito i finanzieri che, da quel momento in poi hanno monitorato l'ingente patrimonio immobiliare dei fratelli. Sono così venuti a scoprire che di passaggi di proprietà fra i due ne sono avvenute numerose ma, scavando nei successivi metodi di pagamento degli immobili venduti, si sono convinti che si trattassero di cessioni fittizie.

Quasi sempre, come spiegano alla Guardia di Finanza di Asti, il fratello che vendeva pagava con un assegno che copriva interamente l'importo segnato in atto. Contemporaneamente il fratello acquirente spiccava un altro assegno di pari importo e lo versava sul conto corrente dal quale doveva essere prelevata la copertura del primo assegno, quello in pagamento. Tutto avveniva sullo stesso conto corrente e presso lo stesso sportello bancario e, di fatto, i due assegni si annullavano l'un l'altro permettendo il passaggio di proprietà senza passaggio di denaro. Tale condotta aveva come obiettivo principale quello di spogliarsi di beni vanificando il tentativo dell'Agenzia delle Entrate di effettuare il sequestro conservativo sugli immobili a garanzia del debito erariarale che i titolari delle società avevano con il Fisco a causa dell'evasione fiscale contestata.

Il lavoro della Finanza, coordinato dal pm Laura Deodato, ha consentito di configurare a carico dei due fratelli l'ipotesi penale di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte potendo così richiedere ed ottenere dal Gip il sequestro preventivo del patrimonio immobiliare del valore di 5 milioni di euro costituito, appunto da terreni, appartamenti e capannoni industriali nell'Astigiano, dai garage di Alassio e da alcuni alloggi nell'Alessandrino.

Daniela Peira

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