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Cronaca
Sentenza

I “figli di Antonio” condannati per 40 truffe

Sentenza di primo grado in rito abbreviato. Ora si attende l’Appello. L’indagine partita dalla denuncia di un astigiano

Hanno fatto ricorso in Appello i cinque napoletani che il Gup del Tribunale di Asti ha condannato per le truffe che giornalisticamente sono state ribattezzate quelle dei “Figli di Antonio”.
Complessivamente, seppur con posizioni diverse, vengono contestate 40 truffe portate a segno in tutto il Piemonte.
L’indagine era però partita dall’Astigiano, da una vittima che vive in un paese del nord della provincia che ha immediatamente fatto denuncia ai carabinieri quando si è accorto che quell’uomo che si era presentato come “figlio di Antonio il muratore” di cui lui proprio non ricordava nulla, gli aveva sfilato il portafoglio contenente 500 euro appena prelevati per fare un pagamento in contanti.
Il modus operandi, collaudatissimo, era sempre lo stesso. A bordo di furgoni per la maggior parte delle volte noleggiati, avvicinavano persone anziane o in particolare situazione di fragilità, si presentavano come i figli di un loro vecchio amico e dicevano di aver messo su un’attività di compravendita di frutta insistendo per voler vendere qualche cassetta di prodotti (così deteriorati da essere buoni solo per la compostiera). Al diniego della vittima prescelta insistevano e caricavano a forza le cassette sulla sua auto tanto da farla sentire in dovere di pagare qualcosa anche se l’acquisto non era voluto, pur di toglierseli di torno. E in quel momento i truffatori approfittavano per sfilare i contanti presenti nel portafoglio. Qualcuno lo hanno prosciugato e poi rimesso a posto senza che il legittimo proprietario se ne accorgesse subito. Con altri, invece, hanno utilizzato la tecnica di mandare in confusione la persona con il resto finendo per prendersi anche fino a 120 euro per due cassette di frutta marcia.
In un caso la vittima si stava recando al cimitero, in un’altra era particolarmente provata da una seduta di chemioterapia, in un’altra ancora non poteva neppure scendere dall’auto per gravi problemi alle gambe: i truffatori non hanno provato alcuna pietà e li hanno depredati.
Ma la tempestiva denuncia dell’astigiano ha permesso ai carabinieri di intercettare ancora sul territorio il furgone sul quale viaggiava il truffatore e, fra targhe e utenze telefoniche, sono riusciti a risalire ai quattro.
Il Gup Beconi, in primo grado e in rito abbreviato, li ha condannati a pene di poco sotto le richieste del pm.
Quella più grave ha colpito Vincenzo Nobile (5 anni e 2 mesi) mentre Luigi Tuccillo è stato condannato a 3 anni, Raffaele Castiello a 2 anni e 2 mesi e Giuseppe Del Gaudio a 1 anno e 8 mesi.

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