Al processo d’appello l’accusa conferma la linea del primo grado: Michele dev’essere riconosciuto colpevole della morte della moglie Elena Ceste
Come ampiamente prevedibile, il pm Laura Deodato ha chiesto la conferma di condanna a trent’anni a carico di Michele Buoninconti, nel processo di secondo grado che si sta tenendo in Corte d’Assise d’Appello a Torino.
Stamattina, al termine di una requisitoria che ha ricalcato la puntualità e la logica dimostrate in tribunale ad Asti, è arrivata la conclusione: non c’è niente di nuovo che possa far ripensare alla condanna già accordata a Buoninconti che, dunque, deve essere riconosciuto colpevole della morte della moglie Elena Ceste e, in virtù della scelta del rito abbreviato, deve scontare 30 anni di condanna.
La parola è passata alle due parti civili costituite: i legali Abate Zaro e Tabbia per genitori, sorella e figli di Elena e Donzella per l’Associazione Penelope che si occupa delle famiglie delle persone scomparse.
d.p.