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Cronaca
Shoah calpestata

In Procura ad Asti la denuncia contro il videogioco in cui vince chi uccide più israeliani

Depositato dall’avvocato Florio a nome dell’Associazione Italia-Israele di Asti, Reggio Calabria e Savona

Un tempismo da brividi l’arrivo in Italia nel Giorno della Memoria dedicata al ricordo della Shoah, del videogioco “I Cavalieri di AlAqsa” che ha come missione l’uccisione del maggior numero di agenti e soldati israeliani.

Ma le Associazioni Italia-Israele di Asti, Reggio Calabria e Savona non si sono fatte trovare impreparate e hanno presentato alla Procura della Repubblica di Asti una denuncia nei confronti degli ideatori e dei diffusori di questo videogame.

Fra i denunciati l’ideatore del gioco, un trentasettenne di origine palestinese, figlio di un ex miliziano di Al Fatah insieme agli sviluppatori e ai produttori oltre alla piattaforma che lo distribuisce e ai network che lo diffondono.

Il reato per il quale è stata presentata la denuncia è quello che riguarda il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo, apologia di delitti aggravata dall’utilizzo di strumenti informatici e istitgazione alla violenza per motivi razziali con aggravante dell’apologia della Shoah.

Scrivono i tre presidenti, tutti e tre avvocati (Luigi Florio per Asti, Cristina Franco per Savona, Anna Golotta per Reggio Calabria nella denuncia): «La  “mission” del videogioco, che ha per protagonisti il palestinese virtuale Ahmed ed il giocatore online, è fare strage di soldati e agenti israeliani, individuati dalla stella di David bene in vista sulla divisa. Il videogioco è accompagnato da canti e inni tipici della jihad arabo palestinese e da immagini cruente e di enorme violenza; il giocatore, in un crescendo enfatico ed ossessivo, è istigato con messaggi da remoto a colpire e uccidere; gli vengono messi a disposizione fucili kalashnikov, mitra, pistole, nonché coltelli e asce già coperti di sangue e proposti su un vessillo della Jihad palestinese. Ad ogni colpo inferto alla vittima con la stella di David, in una crescente furia omicida, il giocatore online sente un coro di voci gridare “Allah auhakbar! (“Allah è grande!”), e ad ogni assassinio di israeliani giocatore è premiato ed esaltato come “eroe della Jihad”; quando invece il giocatore muore colpito dal soldato israeliano, viene lodato come “glorioso martire della jihad” ed anche sua madre viene glorificata come “madre che ha partorito tale martire».

I tre firmatari hanno inoltre preannunciato che nei prossimi giorni invieranno ai principali social network formali diffide a non consentire la diffusione del videogioco, anche come trailer o demo, «espressione evidente –affermano – dell’antisemitismo di chi lo ha inventato».

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