Cerca
Close this search box.
<img src="https://lanuovaprovincia.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/lavinia-astigiana-a-bruxelles-dopobrl39arresto-di-salah-eravamo-tranquilli-56f41f15b49281-nkigf2ft9yi72tecgmffh33p0gp0icsmzzxgat1vgo.jpg" title="Lavinia, astigiana a Bruxelles: «Dopo
l'arresto di Salah eravamo tranquilli»" alt="Lavinia, astigiana a Bruxelles: «Dopol'arresto di Salah eravamo tranquilli»" loading="lazy" />
Cronaca

Lavinia, astigiana a Bruxelles: «Dopo
l'arresto di Salah eravamo tranquilli»

La città di Bruxelles è ferma, attonita di fronte alla tragedia. Due esplosioni all’aeroporto e altrettante alla metropolitana. In un primo tempo si parlava di 13 morti, ma pare che ora il numero

La città di Bruxelles è ferma, attonita di fronte alla tragedia. Due esplosioni all’aeroporto e altrettante alla metropolitana. In un primo tempo si parlava di 13 morti, ma pare che ora il numero sia già aumentato ed abbia superato le venti unità. Trentacinque i feriti. Un’altra strage che va ad aggiungersi a quella di Parigi di qualche mese fa. E pensare che solo un paio di giorni fa la polizia belga aveva tratto in arresto il “super terrorista” latitante dall’attentato di Parigi Salah Abdeslam. Sarà stata una vendetta? Impossibile, rispondono le forze dell’ordine belga. In effetti per organizzare un attentato del genere occorre un’ottima organizzazione, ci vogliono giorni, settimane. Non può essere una risposta all’arresto di Salah, è trascorso troppo poco tempo. Intanto in città è scattato il coprifuoco. La voce dell’attentato si è sparsa rapidamente e la paura tra la gente è cresciuta a dismisura. Noi abbiamo intervistato un’astigiana che da due anni lavora a Bruxelles. Si tratta di Lavinia, 31 anni, residente nel quartiere Ixelles, nella parte a sud della città.

“Io vivo lontano dall’aeroporto. Non ho sentito nessuna esplosione, ho saputo dell’attentato dalla televisione che ha subito trasmesso le immagini dell’esplosione e della gente ferita”. Con la voce rotta dalla commozione, Lavinia ci ha raccontato il suo stato d’animo e quello di un’intera città. “Questa mattina chi era a casa non è andato al lavoro – ha continuato la giovane astigiana – e chi si trovava già al lavoro è rimasto là, chiuso nell’ufficio. L’importante è non scendere in strada. Non sappiamo se in giornata capiterà ancora qualcosa e dove. Tutti i servizi di trasporto pubblico sono chiusi, tram, treni, bus, metro etc… etc… Dopo l’arresto di Salah Abdeslam ci sentivamo più tranquilli, più sereni. Quel terrorista pericoloso era in carcere e non poteva più nuocere. Ma cellule terroristiche qui a Bruxelles ce ne sono diverse ed evidentemente altri gruppi di terroristi stavano architettando questo attentato. Nel quartiere dove si rintanava Salah ci sono molti musulmani al punto che quando lo hanno arrestato molta gente del quartiere parteggiava per i terroristi. Oggi mi sento meno tranquilla."

"Devo dire che dopo l’attentato di Parigi stavamo ancora peggio – continua Lavinia – perché ci aspettavamo da un giorno all’altro che qualcosa capitasse anche da noi. Ora che è successo, stiamo vivendo una sorta di “scarica” di tensione. E’ avvenuto, non lo aspettiamo più. Certo è che in questo momento uscire per strada, andare al bar o al lavoro può essere pericoloso. Guardo dalla finestra e vedo la strada semivuota, passano molte pattuglie di poliziotti, ci sono macchine, c’è anche qualcuno che porta a spasso il cane. Devo dire che non tutti sanno cosa è accaduto. Non tutti guardano il telegiornale non appena svegli. Guardo i servizi in Tv e mi pare di vedere immagini che provengono da un altro paese. Anch’io non mi rendo ancora conto di cosa è accaduto”.

Per chi vive in quella città è ora difficile comprendere quale potrà essere il futuro, quali provvedimenti verranno presi, cosa si deciderà per la salvaguardia della vita di tutti i cittadini. A questi quesiti risponde ancora la nostra concittadina residente là: “E’ ancora presto per poter fare delle previsioni, per immaginare qualcosa. Non bisogna fare di tutte le erbe un fascio. Qui a Bruxelles sanno benissimo che immigrazione non vuole dire necessariamente pericolo, ma è certo che tra la gente si sta diffondendo sempre più un’idea razzista. Qualcuno comincia a dire che se non ci fossero i musulmani non ci sarebbero questi problemi. E poi ci stiamo chiedendo tutti quanti come facciano a reclutare così tante persone. Stanno facendo un grande lavoro di convincimento”.

Certo, offrono un ruolo da protagonista a giovani labili, un momento di gloria, un ideale in cui credere a loro che di ideali, diversamente, ne avrebbero veramente pochi. Intanto, mentre Lavinia mi racconta le sue impressioni, le notizie continuano a correre sui siti dei giornali e in televisione. Anche in Belgio gli effetti dell’attentato stanno facendo sentire il loro peso. “In televisione fanno vedere immagini dell’aeroporto in fumo, dei feriti a terra. Intanto dicono che hanno chiuso tutti gli aeroporti vicini – ha concluso Lavinia – Ci sono militari per strada ed è tutto bloccato. I servizi segreti del Belgio sapevano che sarebbe accaduto qualcosa, lo avevano detto. Solo che non hanno capito dove e quando. Ci sono diversi gruppi terroristici e sono difficili da controllare”.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Edizione digitale