Due famiglie in attesa di sentenza
Niente da fare: anche il Covid si mette di traverso nella vicenda che sta tenendo con il fiato sospeso la famiglia dei fratelli Valentin e Adrian Betea e quella di Georgiev Gorancho.
I primi due sono in carcere da luglio con l’accusa di aver fracassato a botte il secondo, morto a gennaio di quest’anno dopo quattro anni di coma a seguito delle lesioni riportate.
L’Appello deve fare “ordine” nei due processi per la stessa morte
Per i due fratelli, martedì scorso era fissata alla Corte d’Appello di Torino l’udienza con la quale i giudici di secondo grado dovevano decidere sul ricorso avanzato dai loro avvocati dopo la sentenza di primo grado per tentato omicidio di Gorancho. Ma fra il primo grado e l’Appello l’uomo è morto, dunque ad Asti è stato aperto un secondo fascicolo per omicidio creando la strana situazione di due processi per una unica morte. C’era attesa per la decisione che avrebbe preso la Corte d’Appello in questo caso studio che non ha precedenti nella letteratura giudiziaria italiana.
Rinchiusi al Don Soria, carcere con focolaio Covid
Ma non si è potuto fare nulla perché i due fratelli, rinchiusi nella stessa cella al carcere Don Soria di Alessandria, sono fra i 26 detenuti positivi del focolaio scoppiato nella casa circondariale. Attualmente sono in quarantena nella loro cella e non hanno neppure potuto partecipare in videoconferenza all’udienza perché sarebbe stato troppo pericoloso per gli operatori avvicinare i due contagiati. Nulla di fatto, è stato tutto rinviato al 18 novembre quando è prevista la fine della loro quarantena che consentirà loro anche di conferire con i difensori Saraniti ed Abate Zaro.
Proprio sul fronte dei contagi nelle carceri piemontesi, il Garante dei Detenuti della Regione ha riferito delle tante situazioni a rischio e ha fatto un aggiornamento all’ultimo giorno di ottobre. Nel carcere di Quarto risultava 1 positivo fra gli agenti mentre non si parlava di detenuti con Covid.
d.p.