Dopo due ore di camera di consiglio, il presidente Pasi ha letto la sentenza decisa insieme al giudice a latere e ai 6 giudici popolari, dei quali 5 donne e un uomo
Nessuno sconto per Pasqualino Folletto, l’uomo reo confesso di aver ucciso a coltellate Maria Luisa Fassi nel luglio del 2015 all’interno della tabaccheria che la donna conduceva con il marito. La Corte d’Appello di Torino, nella tarda mattinata di mercoledì, ha confermato la condanna a 30 anni a carico dell’uomo.
Dopo due ore di camera di consiglio, il presidente Pasi ha letto la sentenza decisa insieme al giudice a latere e ai 6 giudici popolari, dei quali 5 donne e un uomo.
Accolta, dunque la richiesta del sostituto procuratore generale Sabrina Noce e dell’avvocato Pierpaolo Berardi, difensore di parte civile per conto delle famiglie Fassi e Vignale.
Per contro, la difesa sostenuta dagli avvocati Silvia Merlino e Stefano Romagnolo avevano chiesto invece una riduzione della pena, sostenendo accesamente che i giudici dovevano tenere conto della prevalenza delle attenuanti rispetto alle aggravanti. In particolare, era stato chiesto di non riconoscere l’aggravante della crudeltà. Una circostanza, quest’ultima, che avrebbe abbassato la condanna fra i 14 e i 20 anni di reclusione.
Folletto era presente e ha seguito tutto il processo, al termine del quale ha consegnato alla Corte una lettera chiedendo venisse letta in camera di consiglio.
Al termine della lettura della sentenza, l’avvocato Berardi ha dichiarato «La Corte ha avuto la giusta sensibilità per riconoscere giustizia alle famiglie Fassi e Vignale anche se nessuno può restituire Maria Luisa ai suoi cari».
Daniela Peira