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Cronaca

Partite alimentari comprate
e rivendute senza essere pagate

Trapelato qualche dettaglio sull'operazione della polizia "La Svolta" (dal nome del bar di Revignano del quale è stato proprietario per un po' di tempo il principale imputato della truffa). Un turn over di società che aprivano con 1 euro di capitale sociale ed esistevano solo per acquistare grandi quantità di prodotti alimentari da immettere sul mercato parallelo a quello regolare. Coinvolto anche un commercialista astigiano

Se avete comprato prodotti alimentari a prezzi scontatissimi come mai avevate trovato prima, forse siete involontariamente incappati nelle reti di una associazione che aveva trovato il modo di fare soldi nel settore del commercio alimentare all'ingrosso lasciando dietro una scia di debiti.
Sono stati resi noti nella tarda mattinata alcuni dettagli dell'operazione "La Svolta" condotta dalla Squadra Mobile di Asti in collaborazione con la Guardia di Finanza di Cuneo.

Tutto è partito da alcune denunce di truffe: alla Finanza di Cuneo sono arrivate quelle di grossisti che avevano rifornito una ditta, la Global Service e non erano stati pagati. Per contro, alla Polizia di Asti è arrivata la denuncia della Fingea, società napoletana che aveva venduto polizze fidejussorie sempre alla Global Service e ora si trovava a dover rispondere di mancati pagamenti.
Il sistema ideato era molto lineare, neppure troppo originale, ma molto redditizio.

A capo dell'organizzazione c'era Giuseppe Ceravolo, 32 anni, astigiano, che avviava continuamente (e poi chiudeva nel giro di un anno) delle società con capitale sociale pari a 1 euro o poco più intestandole alla compagna, un'altra astigiana, Astrid Lina Ortolan. Da bravo venditore prendeva contatti con diversi grossisti o direttamente con le aziende fornitrici di prodotti alimentari e acquistava delle partite di merci a valore crescente: prima acquisti da 5 mila euro, poi da 15 mila, e via dicendo. Le prime forniture le pagava regolarmente acquisendo la fiducia dei grossisti e delle aziende fino ad ordinare una partita consistente che, puntualmente, non saldava.

La merce acquistata ma non pagata, a stretto giro di corriere, veniva destinata principalmente a due grossisti che la ricettavano e la mettevano in vendita a prezzi scontatissimi in grandi punti vendita definiti veri e propri "outlet degli alimentari".
Un "giochino" che ha consentito a Ceravolo e ai suoi "collaboratori" di incassare centinaia di migliaia di euro senza pagare i fornitori. Qualcuno, come ha rivelato il Questore, ha avuto ripercussioni gravissime in termini di chiusura attività e licenziamento di dipendenti per questi insoluti subiti.

Il consistente materiale raccolto durante l'inchiesta ha portato nella mattinata di ieri ad una serie di arresti, di perquisizioni domiciliari e di ingenti sequestri immobiliari.
I provvedimenti di custodia cautelare hanno raggiunto Giuseppe Ceravolo, la Ortolan (ai domiciliari), Maurizio Furlanetto, astigiano di 49 anni che si occupava per conto di Ceravolo dei rapporti con le società che offrivano fidejussioni (anche lui ai domicliari) e Stefano Nocciolo, 22 anni (agli arresti domiciliari) nel ruolo di factotum della mente dell'organizzazione.

Un altro ordine di arresto è stato notificato in Sardegna a Davide Corsano, uno dei due accusati di ricettazione della merce non pagata mentre risulta ancora ricercata una sesta persona.
Indagini ancora in corso nei confronti anche di un commercialista astigiano il cui ruolo emerge dalle numerose intercettazioni con il Ceravolo. L'identità del professionista non è ancora stato reso noto.
Sono state eseguite una trentina di perquisizioni, sequestrati 30 conti correnti bancari per un totale di 824 mila euro e una splendida villa con piscina a La Morra intestata alla ex moglie di Ceravolo.
Mentre è in atto una collaborazione con la magistratura elvetica per risalire a conti e capitali che dalle intercettazioni risultano essere stati trasferiti in Svizzera.

Daniela Peira

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