«I fatti addebitati all’inquisito non sono avvenuti a Penango».
A parlare è il sindaco Cristina Patelli (nella foto) che tiene a fare alcune precisazioni sulla notizia che vede un uomo originario del suo paese tra gli undici indagati, a livello nazionale, nell’ambito dell’inchiesta su insulti e minacce di morte rivolti contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«La persona in questione da anni non abita più a Penango e il reato a lui contestato si è consumato in un’altra località e non nel nostro comune. Corrisponde, invece, al vero che è registrato presso la nostra anagrafe ma non si vede più in paese da molti anni». La notizia dell’identificazione di uomo di 48 anni di origini penanghesi nell’inchiesta, portata avanti dalla Procura di Roma, contro coloro che sui propri profili social hanno postato messaggi di odio contro il Capo dello Stato, è presto rimbalzata sui giornali e televisioni anche a livello nazionale.
«Potrebbe sembrare una precisazione di poco conto ma da primo cittadino tengo a difendere l’onore della mia comunità – dice Patelli – ho tenuto a fare questa puntualizzazione per amore della verità e perché ho letto ricostruzioni poco accurate che sostenevano che la vicenda fosse successa in paese. Non c’è alcuna indagine a Penango».