Un nuovo arresto da parte della polizia astigiana nel caso del tentato omicidio del "buttafuori" del "Mirò". Martedì la Squadra mobile della Questura di Asti ha tratto in arresto
Un nuovo arresto da parte della polizia astigiana nel caso del tentato omicidio del "buttafuori" del "Mirò". Martedì la Squadra mobile della Questura di Asti ha tratto in arresto un albanese di 34 anni, che gli inquirenti ritengono responsabile insieme ad altri connazionali, tre dei quali sono già stato arrestati nel mese di marzo dalla polizia, della grave aggressione dell'addetto alla sicurezza del locale notturno astigiano.
Una violenta aggressione avvenuta nella notte tra il 30 ed il 31 gennaio scorsi: secondo le indagini della polizia, l'uomo arrestato partecipò attivamente al ferimento del "buttafuori", un 40enne originario della Costa d'Avorio, all'esterno della discoteca. L'uomo era stato accoltellato all'addome con un grosso coltello da cucina, ritrovato dalla polizia, e colpito ripetutamente al capo ed al torace con spranghe e bastoni, riuscendo miracolosamente, dopo un delicato intervento chirurgico, a salvarsi dalla morte. «Anche nei confronti del 34enne arrestato la Procura della Repubblica di Asti ha reso esecutiva la misura del carcere, ritenendo gli elementi raccolti dalla Squadra mobile nel corso delle complesse indagini precisi e concordanti, tali da determinare ed attribuire all'arrestato il reato», viene spiegato. L'uomo, dopo una serie di appostamenti e attività di osservazione, è stato rintracciato in corso Casale e condotto al carcere di Quarto, dando così esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei suoi confronti.
Gli altri tre albanesi arrestati in precedenza hanno 26, 28 e 34 anni; erano stati individuati in appartamenti della città. «Il risultato dell'indagine è il frutto di un lavoro di grande sinergia tra i vari uffici, con il quale riteniamo di aver individuato un gruppo molto violento», aveva detto il Questore Filippo Di Francesco presentando i particolari dell'Operazione Mirò. «Un'indagine di tipo tradizionale ?- aveva evidenziato il Capo della mobile Loris Petrillo -? senza l'ausilio della tecnica, basata sulla raccolta delle testimonianze, la ricostruzione della scena del crimine, l'allestimento di album fotografici per il riconoscimento».
Marta Martiner Testa