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Cronaca
Tribunale

Quell’orrendo elenco di fratture che hanno portato Gorancho alla morte

Al processo in Corte d’Assise ad Asti è stata la volta dei consulenti medico legali

La famiglia, per la prima volta dall’inizio del processo, non era presente.
E si è capito perchè appena si è seduta al banco dei testimoni la dottoressa Rita Celli, medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica di Asti di esaminare le cause che hanno portato alla morte Georgiev Gorancho, l’uomo deceduto quattro anni dopo un violento pestaggio che lo aveva portato allo stato di coma vegetativo dopo una rissa il giorno di Pasquetta del 2016 nel cortile della sua casa di Castiglione Tinella.
Insostenibile per moglie e figli, parti civili con gli avvocati Bona, Alfano e Pellegrino, sentire il lungo elenco di fratture riportate al capo dal loro marito e papà.
Un elenco tecnico e dettagliato che la dottoressa Celli ha reso più fruibile ai giudici togati e ai giudici popolari indicando, per ogni nome scientifico, anche il nome comune con il quale si conosce quella parte del capo.
Ma il risultato è stato davvero impressionante: una serie lunghissima di fratture, contusioni, ematomi, edemi provocati da colpi sferrati a Gorancho probabilmente con una sbarra di ferro o comunque un pesante oggetto contundente. E tutti sferrati al capo.
Tanto che al suo arrivo al Pronto Soccorso di Alba, i medici hanno fatto molta difficoltà ad intubarlo perchè a causa delle diffuse fratture e delle emorragie copiose che impedivano persino di capire dove tentare l’operazione di intubazione.

Non aveva segni significativi sul resto del corpo: i suoi aggressori hanno puntato sempre alla testa.

La causa della morte, poi, è quella tristemente comune in chi passa anni e anni in un letto senza potersi muovere: le piaghe da decubito sempre più estese che provocano delle infezioni e infine la setticemia che decreta la fine della vita.
Una parte dell’udienza è stata poi spesa, anche con gli altri consulenti, per capire se Gorancho, dopo i primi colpi ricevuti, possa aver ancora pronunciato quella frase “Adesso vi ammazzo” ai suoi aggressori che li hanno spinti ad anientarlo per timore di essere a loro volta aggrediti.
Una domanda fatta dall’avvocato Saraniti che difende i fratelli Valentin e Adrian Betea, accusati di omicidio, presenti all’udienza.
Per la dottoressa Eleonora Vasino, consulente della difesa dei Betea (nota per essere stata anche consulente di difesa nel caso della strage di Erba con i coniugi Rosa e Olindo Bazzi come imputati), Gorancho sarebbe stato in grado di pronunciare quella frase scatenando una reazione difensiva.  Considerando poi  che le probabili armi del delitto sequestrate e repertate, non sarebbero mai state sottoposte ad analisi ematiche e dunque non proverebbero chi le impugnava e neppure se quelle macchie scure siano di sangue oppure no.

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