Paolo Ricagno, ex presidente del Consorzio dell'Asti, è stato rinviato a giudizio per falso ideologico e abuso d'ufficio. La decisione del Gup Morando è arrivata poco fa ed è stata
Paolo Ricagno, ex presidente del Consorzio dell'Asti, è stato rinviato a giudizio per falso ideologico e abuso d'ufficio. La decisione del Gup Morando è arrivata poco fa ed è stata comunicata al difensore di Ricagno, l'avvocato Pesce dello studio Gallo di Nizza e a quelli che rappresentavano le parti che hanno sporto denuncia: l'Associazione Produttori di Moscato, avvocato Isolabella e la Cantina Sociale Valle Belbo, avvocato Mirate.
Al centro del procedimento vi è la questione dell'inclusione o meno del Comune di Asti nella lista di quelli che possono fregiarsi della denominazione docg nella produzione di Moscato. Un'inclusione che l'Associazione Produttori ha sempre respinto ritenendo Ricagno responsabile di un comportamento "ambiguo" del Consorzio che ha portato negli ultimi dieci anni ad un lungo contenzioso anche con l'azienda vinicola Zonin.
Il falso ideologico del quale dovrà rispondere in aula Paolo Ricagno l'11 novembre (data della prima udienza) riguarda quella lettera che inviò alla Regione in cui sostenne che il Consorzio aveva scelto la perizia Corino (che apriva la strada all'inclusione del capoluogo nei produttori docg) mentre invece il Consorzio aveva deciso di demandare la scelta della perizia alla Commissione Paritetica.
«Nulla di personale contro Paolo Ricagno – ha commentato il presidente della Produttori Moscato Giovanni Satragno – ma da quel comportamento derivò un ingiusto vantaggio che dovemmo contrastare con altissimi costi legali e una fatica estenuante spesa per difendere la denominazione».
d.p.