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Cronaca

Rolex, gioielli e rotoli di contanti
nella villetta che trabocca refurtiva

L’attrezzatura era quella di un piccolo laboratorio di oreficeria, compreso quel “fornetto” professionale usato per fondere l’oro e ricompattarlo in una forma di lingottino. Anche quello è

L’attrezzatura era quella di un piccolo laboratorio di oreficeria, compreso quel “fornetto” professionale usato per fondere l’oro e ricompattarlo in una forma di lingottino. Anche quello è entrato nel sequestro eseguito martedì pomeriggio dai carabinieri della Compagnia di Asti in una villetta di Strada Santo Spirito, ad Asti, vicina al campo nomadi. Per gli investigatori guidati dal capitano Alberto Degli Effetti, quella casa era una vera e propria base logistica per la ricettazione di bottini proventi di furti, scippi, borseggi forse anche rapine improprie. Reati cosiddetti predatori che prendono di mira il denaro contante, i gioielli, gli orologi e quanto di piccolo e prezioso si può possedere. Una casa in cui era formalmente residente Veronica Sampò, 28anni, incensurata, ma in cui spesso erano presenti anche i genitori: Costantino Sampò di 54 anni e Rosa Sacco di 47, residenti a Magliano Alfieri, in provincia di Cuneo.

Tutti e tre erano presenti nella villetta astigiana quando i carabinieri si sono presentati con un ordine di perquisizione firmato dai pm Paone e Masia. Gli stessi carabinieri che sono usciti con le braccia piene di scatole che contenevano refurtiva e arnesi sospetti. Fra le cose sequestrate, insieme a braccialetti, anelli, catenine, cinturini, spille in oro anche un Rolex da donna con la ghiera tempestata di diamanti: vero il Rolex, veri i diamanti, falso il certificato che li accompagnava. Dentro il frigorifero, in due sacchetti diversi, erano nascosti i monili in oro e le pietre preziose tolte dalle loro montature destinate alla fusione in lingotto. In camera da letto, in alcuni cassetti di armadi e comodini, tanti rotoli di carta Scottex e di stagnola che contenevano denaro contante: 30 mila euro in tutto. Insieme a banconote ancora in lire che probabilmente facevano parte del bottino di qualche nostalgico del vecchio conio o di qualche collezionista.

Poi tutti quegli arnesi che spingono gli inquirenti a sostenere che in quella casa non solo si ritirasse l’oro rubato, ma si organizzassero anche i colpi: capi di abbigliamento scuri ed aderenti, guanti, passamontagna neri, coppie di radio ricetrasmittenti, bombolette spray anti aggressione al peperoncino e tutto il kit necessario per testare se i gioielli erano di oro ed argento puro o in quale lega. I tre sono stati arrestati ma ai coniugi sono stati concessi gli arresti domiciliari nella loro casa di Magliano Alfieri mentre la ragazza, per via della sua incensuratezza, ha solo un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Asti. Il Comandante provinciale ten. Col. Fabio Federici, anche all’indomani del sequestro di un ingente patrimonio ad una famiglia sinti della città, ha sottolineato come si stia così facendo “terra bruciata” intorno a chi è dedito ai reati contro il patrimonio, quelli per i quali la provincia di Asti è tristemente in testa in tutte le classifiche nazionali. Le porte della caserma Scapaccino sono aperte per chi avesse subito un furto e volesse andare a controllare se fra la refurtiva vi sono i propri gioielli.

Daniela Peira

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