E’ durata circa sei ore, mercoledì, al Tribunale dei Minori di Torino l’audizione degli assistenti sociali e del direttore del nucleo di psichiatria infantile di Asti chiamati a rispondere della metodologia adottata nel trattare il delicatissimo caso dei quattro figli di Elena Ceste e Michele Buoninconti
E’ durata circa sei ore, mercoledì, al Tribunale dei Minori di Torino l’audizione degli assistenti sociali e del direttore del nucleo di psichiatria infantile di Asti chiamati a rispondere della metodologia adottata nel trattare il delicatissimo caso dei quattro figli di Elena Ceste e Michele Buoninconti. I tre erano stati contestati dagli avvocati di Buoninconti, a fronte della decisione del Tribunale di dichiarare l’affidamento dei quattro ragazzini ai nonni materni, la decadenza della patria potestà di Michele con conseguente divieto di incontro del padre con i figli. I difensori avevano sollevato contestazioni in ordine metodologico nei confronti dei tre specialisti in seguito alle cui relazioni era stata presa la decisione.
In particolare veniva poi chiesto che il Tribunale dei Minori tornasse sulla decisione della decadenza della patria potestà e sul divieto di incontro con i figli. A supporto di questa richiesta avevano anche allegato alcune consulenze, fra le quali quella dello psicologo Picozzi che aveva analizzato i diari tenuti in carcere da Michele (dove sta scontando la condanna a 30 anni inflitta in primo grado per l’omicidio della moglie) come prova della sua capacità di poter continuare ad esercitare i diritti di potestà sui figli e di meritare di poterli vedere.
Ma mercoledì mattina, con grande sorpresa di tutti, non era presente alcun difensore di Michele. Erano presenti i giudici, gli assistenti sociali, il direttore del nucleo di psichiatria, gli avvocati di parte civile che rappresentavano la famiglia di Elena e il curatore speciale che era stato incaricato all’indomani dell’arresto di Michele. Mancavano però gli avvocati di Buoninconti, gli stessi che hanno proposto ricorso e contestato a tratti anche duramente l’operato degli assistenti sociali. Quella di mercoledì era l’udienza in cui era previsto il contraddittorio, insomma l’occasione giusta per chiedere conto a chi ha steso la relazione sullo stato psicologico e sociale dei bambini.
«Non nascondiamo la perplessità per l’assenza di rappresentanza di Michele Buoninconti a fronte delle contestazioni mosse – hanno dichiarato a fine udienza gli avvocati di parte civile Carlo Tabbia e Debora Abate Zaro insieme all’avvocato Carola Giraudo, curatore speciale – Detto questo i giudici hanno comunque girato le contestazioni agli assistenti sociali che hanno risposto punto per punto e approfondito la loro linea di lavoro seguita dal giorno dell’arresto di Buoninconti fino ad oggi. Nel ricorso era presente anche una richiesta di audizione dei due figli più grandi ai quali noi non ci siamo opposti. Tenendo conto – hanno però sottolineato gli avvocati – che mai, in questi oltre 14 mesi dall’arresto, i figli hanno chiesto direttamente un colloquio con il padre».
L’udienza è aggiornata al 20 aprile: i giudici devono decidere se sentire i due ragazzi più grandi e se accogliere o rigettare le istanze del padre.
Daniela Peira