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Cronaca

Sequestrati conti e investimenti per 110 mila euro ad una famiglia sinti

Conducevano un tenore di vita non coerente con i redditi dichiarati e a pesare anche una condanna per associazione a delinquere per furti

Sequestro eseguito dai carabinieri

Il 2019 si chiude con un altro ingente sequestro nell’ambito di una misura di prevenzione patrimoniale chiesta ed ottenuta dalla Procura della Repubblica di Asti.

A farne le spese sempre una famiglia di etnia sinti; questa volta è toccata ai Bresciani-Alafleur che si sono visti bloccare conti correnti e titoli investiti per un valore di circa 110 mila euro.

La misura è stata autorizzata dal Tribunale di Torino dopo aver valutato il dossier presentato dalla Procura a firma del Procuratore Perduca e del sostituto Fiz sul tenore di vita degli appartenenti a questa famiglia sotto la lente investigativa dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando di Asti.

Nel 2005 i Bresciani Alafleur erano già stati condannati in primo grado per associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione. Negli anni seguenti il tesoretto in banca non poteva essere frutto di un’attività lavorativa lecita perchè i redditi dichiarati dai membri della famiglia erano “risibili” rispetto al tenore di vita tenuto.

Di qui la fondatezza del sospetto che si trattasse di proventi di attività delittuose e dunque passibili di sequestro in previsione della confisca.

Ora i Bresciani Alafleur avranno tempo per preparare la loro difesa nell’udienza di discussione per la confisca definitiva; udienza fissata a gennaio.

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