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Cronaca

Come è morta Elena Ceste?
Al vaglio la pista del telo di nylon

Proseguono, a due settimane dal rinvenimento del corpo di Elena Ceste in un canale che scorre tra i campi coltivati al confine tra Isola e Motta di Costigliole, le indagini dei carabinieri per

Proseguono, a due settimane dal rinvenimento del corpo di Elena Ceste in un canale che scorre tra i campi coltivati al confine tra Isola e Motta di Costigliole, le indagini dei carabinieri per chiarire le dinamiche che possono aver portato prima alla misteriosa scomparsa della donna e poi al suo rinvenimento nel rio Mersa. Un lavoro, quello svolto in questi nove lunghi mesi dai carabinieri del comando provinciale di Asti guidato dal tenente colonnello Fabio Federici, improntato sempre ad una grande meticolosità e ad un'altissima discrezione e riserbo. Ogni più piccolo elemento viene verificato e vagliato con estrema attenzione, non tralasciando nessuna attività che possa essere utile alle indagini.

E così, nel pomeriggio di giovedì scorso, i carabinieri del Nucleo investigativo di Asti coordinato dal maggiore Marco Pettinato, accompagnati dal comandante dei carabinieri di Costigliole, il maresciallo Michele Sarcinelli, si sono recati nella casa di strada San Pancrazio in cui viveva Elena Ceste. Motivo di interesse alcuni teli in plastica di tipo agricolo. Nel sopralluogo effettuato sono nuovamente state scattate fotografie all'esterno dell'abitazione, sono stati repertati alcuni teli di cui disponeva il marito della donna, Michele Buoninconti, indagato dalla Procura di Asti per omicidio e occultamento di cadavere, e sarebbero stati anche prelevati campioni di terreno. Nella zona la coltivazione dei campi è molto diffusa e pressoché in ogni abitazione si possono trovare teli in nylon di quel genere. L'obiettivo del sopralluogo in casa Buoninconti era quello di una comparazione dei teli recuperati nella proprietà con quelli trovati nei giorni scorsi all'interno del rio Mersa.

Non è raro, nelle zone di campagna in cui è diffusa la coltivazione, che pezzi di teli di nylon finiscano nei canali di scolo, per lo più perché trasportati dal vento. E in quel canale, come mostrano anche le immagini scattate dopo il ritrovamento del corpo della mamma di Motta, di pezzi di teli agricoli, più o meno grandi, ce n'erano davvero molti. L'attività di indagine dei carabinieri di Asti non sta tralasciando però alcuna verifica nel tentativo di arrivare alla verità e spiegare il mistero della scomparsa e della morte di Elena Ceste, una donna di appena 37 anni da tutti conosciuta, e in particolare a Costigliole, soprattutto come una mamma affettuosa nei confronti dei suoi quattro bambini e una donna riservata, di poche parole, molto impegnata nelle attività che richiedevano la casa e la famiglia. E l'attenzione posta dagli investigatori su quei teli ha avuto proprio l'obiettivo di una necessaria verifica per stabilirne la provenienza.

Intanto rimane posto sotto sequestro e presidiato giorno e notte dai carabinieri il tratto del Mersa che in questi mesi ha rappresentato la tomba di Elena Ceste. Grandi speranze sono riposte negli esiti dell'autopsia, a cui sta lavorando all'ospedale di Alba il medico legale Francesco Romanazzi. Dai pochi resti rimasti della giovane donna si spera di poter ricavare risposte, anche se sarà forse non facile ottenere elementi certi. Svariati metri cubi di terreno sono stati setacciati dai carabinieri, attraverso un lavoro davvero imponente, per ricomporre la salma e ricavare elementi che potrebbero chiarire il perché di una vicenda conclusasi nel modo peggiore e a poche decine di metri da casa. Tanti i dubbi che rimangono fino a questo momento: Elena è arrivata da sola in quel canale o vi è stata portata da qualcuno? E da quando si trovava lì? Perché chi ha fatto le ricerche in quella zona non l'ha vista? Semplicemente per una svista o perché il corpo non si trovava lì o era stato occultato tra la vegetazione? Saranno forse solo le analisi scientifiche sui resti e sull'ambiente in cui Elena Ceste è stata ritrovata a poter dare risposta a queste domande.

Marta Martiner Testa

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