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Cronaca

Spezzata ad Alba ruota dell'abbondanza
Denunciate 5 persone per tentata truffa

Una vera e propria truffa, questa volta non piramidale ma a cerchi concentrici, spezzata definitivamente dai Carabinieri della compagnia di Alba proprio mentre era in procinto di espandersi nelle Langhe e nel Roero. Localizzata una villa in una prestigiosa zona residenziale di Alba, i militari hanno trovato all'interno una ventina di persone riunite per partecipare proprio alla "Ruota"

Il motto ispiratore è "Tutti insieme si può, ruota dell'abbondanza o della solidarietà". Il nome prometteva a chi vi aderiva soldi facili e per questo motivo alcuni commercianti, imprenditori, operai o casalinghe, talvolta in difficoltà economiche, versavano in contanti la quota associativa in attesa dei promessi lauti guadagni. I più non sapevano, però, che in realtà si trattava della catena di Sant’Antonio. Una vera e propria truffa, questa volta non piramidale ma a cerchi concentrici, spezzata definitivamente dai Carabinieri della compagnia di Alba proprio mentre era in procinto di espandersi nelle Langhe e nel Roero.

L’attività dei militari albesi in contrasto alla diffusione di questo particolare raggiro aveva già portato a giugno scorso ad interrompere una riunione segreta in città, all’interno di uno studio medico, per la "Ruota dell'abbondanza". In quell’occasione i militari denunciarono un uomo ed una donna (risultati poi essere gli organizzatori) per tentata truffa ed altri reati.
Da allora i carabinieri – non senza difficoltà trattandosi di riunioni camuffate e organizzate nel massimo riserbo tra conoscenti, amici e persino parenti col passaparola – non hanno mai smesso di indagare sul fenomeno passando all’azione proprio negli ultimi giorni. Localizzata una villa in una prestigiosa zona residenziale di Alba, i militari hanno trovato all'interno una ventina di persone riunite per partecipare proprio alla "Ruota". I presenti sono stati identificati e interrogati in caserma.

Nel corso dell'operazione alcuni fogli appesi al muro del salotto dell’abitazione, in cui erano raffigurati i cerchi concentrici della "ruota", sono stati sequestrati dai carabinieri che hanno così raccolto elementi probatori a carico di 5 persone (3 donne e 2 uomini di Alba,  Bra e Torino) risultate essere i promotori dell'incontro poi denunciati alla Procura della Repubblica di Alba per concorso nei reati di tentata truffa e violazioni alle norme a tutela dei consumatori. Dall’indagine è emerso che in quella villa si erano già svolte 15 riunioni tra decine di adepti.

Il meccanismo del raggiro è semplice: vi sono quattro cerchi concentrici suddivisi in caselle, frazionate, a loro volta, in 1/2/4/8 caselle per ogni cerchio. Ogni casella vale 10mila euro (è tuttavia possibile acquistarne solo mezza o un quarto, ovvero 5mila o 2.500 euro), quando gli otto nuovi adepti, i quali comprano le caselle del cerchio più esterno, versano la quota di adesione al soggetto che si trova al centro, questi ritira 80mila euro, in gergo definito “il dono”, quindi esce dalla catena con un guadagno netto di 70mila euro prodotto in circa sei mesi. Dai cerchi immediatamente esterni a quello centrale (come si vede nella foto allegata) si creano così altre due ruote più piccole che funzionano in modo analogo a quello appena descritto e si va avanti all’infinito.

Non è necessario essere dei matematici per prevedere l’esito: la catena, inevitabilmente, prima o poi implode, in quanto già dopo 15 passaggi per alimentarla servirebbe un numero di partecipanti pari al triplo degli abitanti della sola città di Alba. Dal 24° passaggio in poi non basterebbero tutti gli italiani e dal 31° non basterebbe l’intera popolazione della Terra. Ma allora agli ultimi arrivati che hanno versato 10mila euro cosa resta? Niente “dono”, al massimo il solito “pacco”. Si tratta infatti di un giro d’affari potenzialmente enorme.

Tutto questo però dal 2005 è totalmente illegale. Infatti, l’art. 5 comma 2 della Legge 172/2005 per i promotori, organizzatori o realizzatori di strutture di vendita che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone ed in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo pagamento di un corrispettivo, è prevista la pena dell’arresto da 6 mesi ad un anno o l’ammenda da 100mila a 600mila euro, oltre chiaramenti a ravvisarsi il reato di truffa ai danni dei partecipanti.

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