Un altro caso di stalking al contrario, dove la vittima è un uomo e l’imputata è una donna.
Una storia di un amore finito fra una donna di 29 anni e un uomo di 30; insieme hanno una figlia di appena 4 anni attualmente affidata alla madre.
I guai sono cominciati quando la loro relazione è finita. A non accettare questa situazione è stata proprio la donna che ha cominciato fin dal primo giorno di separazione a bombardare di telefonate e messaggi il suo ormai ex convivente.
Una prima fase dello stalking è consistito nella continua richiesta di parlare con lui per discutere la possibilità di tornare insieme. Per settimane gli ha chiesto un’altra possibilità e lo ha fatto con telefonate continue di giorno e di notte insieme a messaggi e di persona, con appostamenti vicino alla casa dell’uomo e al suo negozio con la scusa di parlare con la bimba quando era in visita al padre.
Per un po’ la donna minacciava di voler morire a causa sua lasciando la loro bimba orfana di madre e i messaggi diventavano ancora più massicci quando lui postava su fb le foto con la nuova fidanzata.
In un secondo tempo le minacce di morte si sono rivolte a lui: prima lo ha minacciato di non farle più vedere la bambina, poi di fargli perdere il lavoro e poi è passata alle minacce di morte.
In un’occasione, dopo averlo incontrato di persona e aver fatto una scenataccia per strada, lo ha manifestamente minacciato di sfigurarlo con l’acido.
Quello fu un momento di svolta per l’uomo che non ha mai reagito alle provocazioni della donna, ma si è spaventato e ha cominciato a guardarsi intorno e ad evitare molte cose pur di non incontrarla o di provocare la sua ira.
Ma non è bastato perché nel capo di imputazione vi sono numerosi episodi di percosse. Di lei verso di lui.
Una volta lo ha aspettato sotto casa e lo ha preso a calci, schiaffi e pugni. Visto che lui non reagiva, lo ha gettato a terra (vi è un referto medico che attesta le lesioni riportate) e ha minacciato di morte anche la nuova fidanzata.
In un’altra occasione lo ha assalito subito dopo che l’uomo ha preso con sé la bimba. Padre e figlia si sono asserragliati in auto e l’uomo si è diretto verso la caserma dei carabinieri dove si sentiva al sicuro e dove, sperava, l’ex compagna avrebbe smesso di dare cattivo spettacolo davanti alla piccola ma lei, sempre come si legge nel capo d’accusa, gli ha sferrato un pugno alla testa continuando a percuoterlo anche davanti ai carabinieri accorsi.
Altro episodio di percosse è stato registrato in negozio dove la donna ha stretto al collo l’ex e gli ha strappato di mano il cellulare per impedirgli di chiedere aiuto ai carabinieri. Agli atti vi sono anche alcuni filmati delle varie aggressioni verbali avvenute in strada durante i tanti “appostamenti” della donna fatti apposta per inveire contro l’uomo. Il quale, assistito dall’avvocato Giuseppe Vitello, si è costituito parte civile nel processo che avrà inizio a luglio.