Lunedì una deposizione al processo contro il sindaco di Moncucco Torinese ha riordinato ciò che è finora emerso dalle indagini: l'acquisto di due portatili per conto del Comune, uno dei quali sarebbe stato utilizzato dalla moglie del primo cittadino. E poi quei viaggi che non corrisponderebbero alla realtà…
Quello che nelle precedenti udienze era emerso a frammenti da diversi testi, lunedì mattina è stato ricomposto e riordinato dal luogotenente Livio Capra nella sua deposizione al processo contro il sindaco di Moncucco Torinese, Nicola Grande. Un processo in cui viene accusato di peculato e di truffa sia per quanto riguarda le indennità percepite nel suo mandato di primo cittadino, sia per i rimborsi viaggio ottenuti. Il luogotenente Capra, in servizio alla polizia giudiziaria della Procura, ha ricordato come lindagine fosse nata da dichiarazioni dellex sindaco Fassino che si chiedeva come mai il Comune avesse acquistato due pc portatili ma Grande ne usasse solo sempre uno.
Da una perquisizione nella sua abitazione, gli investigatori hanno ottenuto dallo stesso Grande la consegna dei due pc e «uno dei due era chiaramente riconducibile allattività della moglie del sindaco» ha dichiarato Capra che aveva seguito lanalisi dei contenuti informatici dellhard disk. Sul sindaco pesa anche di aver dichiarato di essere prima in aspettativa e poi lavoratore autonomo per ottenere lintera cifra dellindennità della carica ma secondo gli accertamenti della pg al centro informatico Cic presso il quale Grande prestava servizio, lui non aveva mai chiesto aspettativa ed era sotto contratto da lavoratore dipendente, non autonomo. In quelloccasione gli investigatori avevano anche acquisito tutte le sue presenze in ditta, contrassegnate dalle timbrature del cartellino in entrata e in uscita che sono poi state confrontate con le date dei viaggi sospetti per i quali aveva richiesto rimborsi.
Si tratta di decine di tratte che Grande ha dichiarato di aver fatto per conto del Comune di Moncucco. Ma per laccusa non tutti quei viaggi sono reali, visto che in qualche occasione erano coincidenti con la sua presenza in ditta comprovata dalla timbratura e in altri erano in contraddizione con le celle telefoniche agganciate dal suo cellulare. Dai tabulati, infatti, risultava in un posto diverso da quello dichiarato. «Fra i documenti acquisiti per gli accertamenti -ha ancora dichiarato Capra- anche le delibere di consorzi, enti, assemblee che lo davano per assente quando lui invece ne segnava la presenza per il rimborso».
Altra partita sfiorata ieri in aula riguarda il capo di imputazione per appropriazione indebita che condivide con un suo assessore allepoca dei fatti, Mario Piovesan (che poco prima di Natale si è dimesso dalla Giunta e una decina di giorni fa anche dal consiglio comunale). Accusati di aver versato i soldi di una festa fatta in nome e per conto del Comune su un conto cointestato aperto allufficio postale del paese. Il processo, che ieri su autorizzazione del presidente Muscato è stato aperto anche alle riprese televisive, è stato aggiornato al 24 aprile.
Daniela Peira