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Strage di Nizza: gli astigiani raccontano il terrore
Cronaca

Strage di Nizza: gli astigiani raccontano il terrore

Abbiamo contattato alcuni nostri concittadini che vivono, lavorano o frequentano Nizza Marittima. Ecco le loro testimonianze, mentre si attende ancora la rivendicazione ufficiale dell’attacco terroristico che ha provocato la morte di almeno 84 persone, tra cui molti bambini

La Francia colpita al cuore ancora una volta da un attentato la cui matrice non è ancora stata rivendicata, ma ha tutti i requisiti per essere ricondotta a quella islamica. 84 morti, oltre trenta i feriti. A Nizza Marittima erano in piazza per festeggiare la presa della Bastiglia, data importante per la Francia, ma per tutta l’Europa. E non è un caso che l’attentato sia stato perpetrato proprio nel giorno in cui la nostra democrazia ha visto la luce. Molti astigiani hanno la casa a Nizza, altri erano là per le ragioni più svariate. Ad esempio Elisa si trova da un anno a Nizza per ragioni di studio. Vive a dieci minuti dalla Promenade, luogo dell’attentato, e quella sera era pronta per prendere parte alla grande festa.

 

Elisa: «Stavo partendo per andare alla festa»

“La mia amica era un po’ in ritardo e io sono rimasta in casa ad aspettarla – ha raccontato ancora spaventata Elisa, la ragazza astigiana – Poi un amico mi ha telefonato dicendo di rimanere in casa perché vedeva gente correre e gridare, ma non aveva capito perché”. Lui era già sul posto e visto quel grande caos è rientrato in casa (abita proprio lungo la Promenade) e poi, affacciandosi dalla finestra ha visto uno spettacolo agghiacciante. “Il mio amico credeva di trovarsi in un videogioco – ha continuato Elisa – militari dietro le piante che sparavano verso il camion che correva all’impazzata tra la folla, da cui uscivano colpi d’arma da fuoco verso la gente. Uno spettacolo terrificante. Non sapendo nulla di tutto questi, io pensavo si fosse trattato di un semplice incidente, solo dopo ho capito che ci trovavamo di fronte ad un attentato. Ho provato rabbia. Ho compreso l’inutilità di un gesto simile. A cosa serve? Che vantaggi dà? Volevo sentirmi utile. Scendere in piazza per dare una mano chi aveva bisogno. Poi, ascoltando anche il consiglio degli amici, sono rimasta in casa e ho seguito la vicenda in televisione fino a notte inoltrata e ho tranquillizzato i miei genitori ad Asti. Questa mattina la città è tornata calma – ha concluso Elisa – la gente è andata a lavorare, per strada ci sono turisti ed io in questo momento sono in tram che sto andando a donare il sangue, visto che hanno lanciato un appello”. Anche la Liguria ha già messo a disposizione sangue, ospedali e attrezzature per aiutare i francesi a superare questo momento di grande difficoltà.

 

Susanna: «Sono tornata ad Asti per ragioni di lavoro»

Susanna, giovane avvocato di Asti, ha la casa a Nizza e tutti gli anni, in occasione della festa nazionale della Repubblica, va in Francia per assistere allo spettacolo. Anche ieri sera doveva essere là. “Volevo portare mia figlia ad assistere ai fuochi d’artificio – ha raccontato Susanna –  e siamo rimasti a Nizza sino a martedì, poi siamo rientrati per motivi di lavoro, avevo un’udienza. Immaginavamo che potesse accadere qualcosa durante la festa, per questa ragione, se fossimo rimasti a Nizza, i fuochi saremmo andati a vederli in collina. Mi dispiaceva non essere là, ma ora – ha concluso Susanna – visto ciò che è accaduto, sono felice di aver avuto quell’impegno di lavoro e di essere rimasta ad Asti”.

 

Franca: «Mio figlio sarebbe dovuto atterrare là»

“Siamo scioccati e senza parole” racconta Franca, un’astigiana che ha la casa a pochi chilometri da Nizza e che trascorre molti mesi all’anno nella città francese. Proprio ieri sera, giorno dell’attentato, il figlio che lavora in Inghilterra è rientrato per un breve periodo di vacanza e, solo per puro caso, non è atterrato all’aeroporto di Nizza che è situato proprio a ridosso della Promenade. Infatti per motivi personali è atterrato a Milano. “Lunedì deve ripartire – continua Franca – ha già il biglietto e questa volta la partenza è prevista da Nizza, sicuramente per quel giorno sarà tutto regolare e non ci saranno pericoli ma questo attentato così vicino a noi, ci obbliga a riflettere e a vedere da una diversa prospettiva tutto ciò che si dà per scontato”.

 

Beatrice Ghione: «E’ stata una scena surreale»

L’astigiana Beatrice Ghione, era in vacanza a Nizza e ieri sera era in piazza alla festa con la mamma e il fratello.

“Ero in Place Massena con mio fratello e mia mamma. I fuochi stavano finendo, abbiamo finito di cenare tardi e solo in quel momento stavamo andando verso la Promenade. A un certo punto una folla immensa ci è corsa addosso e un signore ci ha presi di forza gridandoci di correre via.

All’inizio abbiamo pensato che fossero solo allarmati, non avremmo mai immaginato una strage di tale entità. Siamo corsi in una traversa di Avenue Jean Medecin  e abbiamo visto una piccola folla entrare in un palazzo e li abbiamo seguiti. Un anziano signore ha fatto entrare noi e altre 15 persone – francesi e non – in casa. In un primo momento anche lui credeva fosse stato un petardo ad avere spaventato la folla. Abbiamo acceso la tv che per mezz’ora non ha detto nulla. Abbiamo poi avuto la conferma che si trattasse di un attentato da internet. Siamo usciti dall’alloggio con paura e solo perché certi della vicinanza del parcheggio, insieme a una signora francese”. 

I tuoi amici che erano là stanno bene?

“Per fortuna sì. Due mie amiche del Politecnico sono qui a fare un tirocinio, una era distante e non aveva realizzato cosa fosse successo, l’altra invece era sulla Promenade con sua mamma, ma per fortuna si sono rifugiate in un ristorante. L’ho chiamata quando era ancora là e mi ha detto che i militari li stavano facendo uscire. Era l’1 e 30. Una volta arrivati a casa, dal terrazzo, si vedeva la promenade illuminata dal blu delle sirene di ambulanze e polizia. Siamo tutti molto scossi. Soprattutto era frustrante essere impotenti ieri sera.

Di sicuro, la cosa che mi ha colpito di più è stata la solidarietà dei francesi. Ci hanno accolto, tranquillizzati e lasciato i numeri di telefono per contattarli. Nonostante il panico e la paura sono stati in grado di aiutarci con ogni minimo gesto. Però avevano la paura negli occhi…Era surreale”.

Flavio Duretto, Alessia Conti, Monica Jarre

 

Sul numero del giornale in edicola martedì 19 luglio, ampi servizi sulla strage di Nizza con le testimonianze degli astigiani presenti

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